Forlì, la rinascita di Bagioni: «Ci siamo arrangiati perché siamo romagnoli e siamo tosti»

Forlì

«Il primo ricordo che ho sono quegli 80 volontari arrivati qui dopo l’alluvione, ragazzi che non conoscevo, che si sono dati tanto da fare con quella simpatia e quegli occhi felici che avevano. E’ una cosa che mi è rimasta dentro, non ricordo il fango e l’acqua, ma il sorriso di quelle persone che ci hanno aiutato, sono loro che mi hanno dato la spinta a non mollare. Poteva andare malissimo tutto, abbiamo avuto quasi un milione e mezzo di danni, il fango era arrivato dappertutto, invece siamo ancora qui a lavorare».

Aurenzo Bagioni, imprenditore e titolare dell’omonima azienda che ha sede in viale Bologna a pochi metri di distanza dall’abitazione nella quale sono rimasti uccisi due coniugi durante la piena del Montone, ricorda i tragici momenti dell’alluvione e fa il punto a un anno di distanza. Nel maggio 2023 acqua e fango arrivarono con violenza in viale Bologna e distrussero quasi tutto nell’azienda Bagioni, compreso il reparto costruzione macchine a trazione elettrica per la raccolta dell’asparago, settore nel quale l’azienda forlivese è leader mondiale. «La situazione un anno dopo è più o meno uguale per tutti noi qui nella zona. In qualche modo siamo ripartiti, qualcuno si è trasferito, altri sono rimasti, come noi - afferma Aurenzo Bagioni - però riuscendo a fare il minimo indispensabile nelle aziende e nelle nostre abitazioni. Siamo ripartiti, è chiaro che se prima avevamo una locomotiva che viaggiava a ritmo elevato, ora siamo in bicicletta ma continuiamo a seguire la strada. Abbiamo meno attrezzature, meno disponibilità, io avevo un magazzino storico che non c’è più, però sono ripartito con la “bicicletta”. Stessa cosa per chi ha le abitazioni, tante sono ancora inagibili altre in parte, tutti ci siamo arrangiati per continuare a vivere perché siamo romagnoli e siamo tosti. Un cliente mi ha detto “Voi non avete paura di niente, ripartirete meglio di prima”, anche questa frase mi ha dato lo stimolo per non mollare. Durante questo anno abbiamo ricominciato a lavorare con le forze che avevamo, tra azienda e casa danneggiata purtroppo mancano un po’ di soldi, il Comune aveva trovato una soluzione ponte in attesa del denaro dello Stato che ci avrebbe fatto comodo, ma non è andata a buon fine, quindi come tutti abbiamo fatto quello che potevamo».

Il lavoro dopo l’alluvione non è calato anzi, ma l’azienda Bagioni ha dovuto organizzarsi diversamente per far fronte alle richieste. «Le macchine di lavorazione che avevo non ci sono più, abbiamo il minimo indispensabile per andare avanti e per soddisfare comunque le richieste dei clienti ho deciso di far fare parte dei lavori a ditte esterne. Prima facevamo tutti noi - racconta ancora Aurenzo Bagioni - per realizzare le macchine per la raccolta degli asparagi, adesso altri mi fanno una parte dei lavori: chi la carpenteria, chi la verniciatura, chi gli impianti elettrici, in pratica ora facciamo solo il montaggio. Ricordo che dopo l’alluvione mia moglie voleva che chiudessi l’azienda, io ho preferito aspettare per vedere se c’era modo di ripartire e ho fatto bene perché grazie al bando emesso a giugno 2023 dal ministero degli Esteri per le aziende che fanno export, siamo riusciti ad avere un contributo importante. Rientravamo nei parametri previsti dal bando, quindi ci siamo messi al lavoro e abbiamo preparato la lista dettagliata dei beni mobili alluvionati dotati di matricola e fattura di acquisto, abbiamo effettuato tutta la burocrazia necessaria e il contributo è arrivato, così a settembre siamo potuti ripartire con l’attività anche se in forma ridotta rispetto a prima».

L’azienda Bagioni nonostante i danni elevati non ha licenziato nessun dipendente e piano piano è ripartita. «La strada è ancora lunga - sottolinea Bagioni - però non ci siamo mai fermati. Abbiamo ancora del fango nel piazzale, servono circa 160mila euro per sistemarlo e farlo tornare alla normalità, per rifare il soffitto danneggiato dalla spinta dell’acqua ci vogliono altri 140mila euro. Mancano mezzi e diversi macchinari, ma piano piano speriamo di poter sistemare tutto. Abbiamo pagato di tasca nostra i costi per rifare l’impianto elettrico, il riscaldamento, i bagni e il sistema antifurto per poter ripartire. Sul fronte dei ristori attendiamo i risarcimenti per i beni immobili, abbiamo presentato domanda sulla piattaforma Sfinge e stiamo aspettando di sapere se verrà accettata». L’alluvione è stato un evento straordinario, Bagioni pensando al futuro non è pessimista: «E’ successo un evento raro, che non accadeva da 100 o 200 anni, se Stato e Regione si muovono per fare prevenzione io paura non ne ho e comunque non credo che cadrà di nuovo tutta quella pioggia. Non credo proprio di rivivere mai un evento del genere, poi magari ne capita un altro, ma sarebbe un’altra storia».

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