Forlì, la presidente di Alea tra abbandoni, progetti e tariffe

Una risposta ai quartieri Cava e Romiti che lamentano le mancanze della società nella lotta ai rifiuti abbandonati, ma anche progetti per il futuro e l’orgoglio di dirigere, senza percepire compenso, una in house fondamentale nella vita dei cittadini di 13 Comuni del Forlivese, visto che gestisce la raccolta differenziata. Simona Buda, presidente da poco confermata alla guida di Alea Ambiente, fa il punto della situazione
Presidente Buda, iniziamo dalla risposta all’allarme dei quartieri Cava e Romiti sull’abbandono dei rifiuti?
«L’allarme lanciato non è una esagerazione nella misura in cui ricordiamo che dopo l’alluvione nelle zone più colpite si è assistito a un aumento del fenomeno. Oggi molti residenti ancora non hanno ritirati i bidoni e si fa fatica a rintracciare chi non è attrezzato, anche seda un anno abbiamo iniziato un incrocio di dati con l’Anagrafe per andare a scoprire i non utenti e questo è un recupero crediti importante. Ho fatto un giro ai Romiti e ho visto che ci sono siti dove la gente si sente autorizzata ad abbandonare rifiuti. Nei 13 Comuni gestiti da Alea, però, l’abbandono è sotto controllo, parliamo di un problema sociale. Cerchiamo di essere tempestivi e andare a ripulire subito. Però non possiamo permetterci di avere quel filo diretto con i responsabili dei quartieri che c’era durante l’emergenza alluvione, perchè Alea ha tredici Comuni. Noi ci mettiamo la faccia, abbiamo un rapporto umano con i coordinatori dei quartieri e facciamo il possibile anche quello che non ci competerebbe. Il volantino che viene contestato perchè c’è scritto “Abbandonali”? Dietro c’è una campagna pubblicitaria, bisogna leggere il contesto della frase, non solo quella parola. Abbiamo messo in campo accertatori e ne formeremo altri, però non è competenza di Alea nè fare multe nè perseguire i colpevoli, perchè l’abbandono ricordiamo che è un reato. Devono entrare in campo Amministrazioni e forze dell’ordine. Le fototrappole non sono una cosa semplice: costano, devi mettere d’accordo comuni, con realtà diverse, c’è una grande burocrazia per la privacy. E chi abbandona non è che lo fa a volto scoperto, va a piedi e non si vede nulla».
Qualche critica è arrivata anche sulle modalità di raccolta dei rifiuti differenziati.
«Ci sono regole che sono fatte da Atersir, non da noi: porto via quello che è dentro al bidone. Poi è logico che se ci sono due sacchi delle plastica che non chiudono il bidone si prendono, ma ad esempio i cartoni che vengono lasciati fuori non si dovrebbe prenderli. Qualche operatore lo fa a seconda della zona dove lavora. A settembre poi faremo un giro dei quartieri per capire quali sono i problemi».
A che punto siamo con la terza stazione ecologica che sorgerà in via Golfarelli dove c’è la sede di Alea?
«Il progetto è finanziato dal Pnrr, cosa non scontata, verrà utilizzato da tutti i cittadini dei 13 comuni del Forlivese. Sarà meraviglioso, a parte l’accessibilità facilitata, perchè sarà non solo un centro di raccolta, ma sarà un centro del riuso, e soprattutto un centro di aule didattiche per le scuole, ci saranno aule multimediali per universitari, quindi sarà al servizio della comunità per avvicinare sempre di più il cittadino ad Alea. Ci saranno pannelli fotovoltaici per la flotta dei camion, sempre verso il risparmio energetico. Sarà pronta per la fine del 2026. I lavori partiranno a settembre».
Altri progetti in cantiere?
«Sicuramente l’ecocentro di Meldola dove verrà fuori un bel lavoro. E poi la digitalizzazione dei nostri servizi. Ogni camion avrà le cartine delle strade: ad esempio ad agosto abbiamo avuto dei disservizi perchè tra ferie, infortuni e malattie abbiamo avuto anche 25 assenze, i sostituti hanno avuto problemi con le strade che non conoscevano e sono saltati alcuni civici. Con la digitalizzazione non succederà più».
Dal punto di vista occupazionale?
«Siamo alla ricerca di autisti, sempre più. C’è il problema della patente C. E’ un lavoro che tuteliamo insieme ai sindacati. Tutto quello che ci chiedono cerchiamo di darlo, perchè sappiamo che è un lavoro difficile e usurante. C’è un bando aperto e tramite le agenzie interinali cerchiamo sempre di assumere. In totale siamo 160 dipendenti, con un centinaio che sono operativi. Però altre 15-20 persone le dobbiamo assumere».
Per le tariffe qual è la situazione?
«Ricordo che Alea è l’unica utenza che negli ultimi 5 anni non ha alzato di un centesimo la tariffa, che è tra le più basse tra i gestori. Alea non fa utili, vuol dire che tutto quello che incassiamo dalla tariffa viene reinvestito. I forlivesi poi sono bravissimi, abbiamo già raggiunto percentuali altissime. Noi diffonderemo sempre più la cultura del rifiuto: andremo nelle scuole, con i mediatori culturali cerchiamo di raggiungere anche situazione difficili, specie nel centro storico».