Forlì. La grande mostra “Il ritratto dell’artista” raccontata con ironia da Gene Gnocchi

Raccontare con leggerezza e ironia una grande mostra come quella ospitata fino al 29 giugno prossimo al Museo San Domenico di Forlì: l’impresa non è semplice, ma può diventarlo se viene affidata alle mani sicure di un artista di lungo corso come Gene Gnocchi. All’attore e scrittore emiliano la Fondazione Cassa dei Risparmi ha dato infatti il compito di una narrazione “sui generis” di “Il ritratto dell’artista”. Dal 10 maggio, nella Sala degli affreschi del Museo, Gnocchi si dedica quindi a una “Lectio magistraHAHAlis”, riproposta poi 17, 31 maggio e 7 giugno (ore 18), a ingresso gratuito ma con prenotazione obbligatoria (335 6273866): una “stand up comedy” con immagini, che ha al centro l’arte secondo il “Gene Gnocchi pensiero”.
«Una mostra è avvolta da un clima quasi religioso - spiega infatti Eugenio Ghiozzi, vero nome dell’artista e conduttore televisivo -. L’idea è invece quella di spostarla in un’altra dimensione, chiedendoci qual è il lavoro che ci sta dietro, che fatiche inenarrabili occorrono per fare muovere per il mondo dipinti come quelli giunti a Forlì. Non solo: partendo dalla “smorfia” di Giacomo Balla che fa da effige all’esposizione, è interessante cercare di comprendere il perché di quell’espressione così sgomenta, e magari raccontarne gli antefatti... naturalmente a modo mio!». Ironia surreale assicurata, quindi, ma anche rigore e conoscenza, il che conferisce agli incontri un aspetto divulgativo molto particolare. Il progetto infatti è stato elaborato a quattro mani da Gnocchi con la moglie Federica Baroncini, espertissima guida del Museo San Domenico e delle “Grandi mostre” promosse dalla Fondazione.
«La “lectio” pone interrogativi sulla complessa realtà del Novecento -anticipa Baroncini- attingendo agli esempi della mostra forlivese ma anche a un patrimonio di opere conservate nei musei internazionali, dalla National Gallery al MET di New York. Si ricava così un quadro ancora più completo, ma allo stesso tempo leggero e divertente, del ritratto, dell’autoritratto e del selfie, mentre lo stesso curatore Gianfranco Brunelli non potrà evitare di essere tirato in ballo...».
«L’incontro con Gene Gnocchi è una felice occasione -conclude il direttore generale delle “Grandi mostre”-, molto coerente rispetto allo spirito della mostra, grazie alla molteplicità dei suoi approcci. Se l’artista è un “uomo speciale”, l’ironia permette infatti di indagarne i caratteri con un taglio particolare, con un’angolazione diversa, capace di arrivare più a fondo nelle cose di quanto a volte riesca a fare l’accademia».