Forlì. La Cgil ai candidati: «Chiediamo atti concreti su lavoro e sicurezza»

Forlì

La campagna elettorale per la poltrona di sindaco è partita, i candidati Gian Luca Zattini, Graziano Rinaldini e Vito Botticella hanno aperto il confronto con la città, i problemi sul piatto sono tanti e la Cgil avanza le sue richieste. «Pensiamo a Forlì come città inclusiva e sostenibile nel lavoro, nell’ambiente e nel sociale. Una città che deve ancora rialzarsi dall’alluvione e dove le fragilità e le solitudini aumentano - afferma Maria Giorgini, segretaria della Cgil di Forlì-Cesena - Non basta più dire si è sempre fatto così, serve un progetto politico con una visione nuova e di lungo periodo, speriamo di vederlo in tutti gli schieramenti in questo inizio di campagna elettorale».

Giorgini, quali sono per la Cgil le priorità?

«La città vive alcune priorità immediate, come le conseguenze dell’alluvione tra cui le enormi difficoltà ai ristori, la ricostruzione e l’emergenza casa, le difficoltà di accesso alla rete dei servizi socio sanitari stante l’invecchiamento della popolazione e i nuovi bisogni delle famiglie, la riprogrammazione urgente del piano urbanistico, il tema dell’inclusione di tutte le diversità come una ricchezza e non come un problema e un impegno sui temi che riguardano il lavoro per qualificarlo sostenendo la buona occupazione e la sicurezza sul lavoro con atti concreti».

In sostanza cosa chiede la Cgil?

«Sui temi connessi al lavoro chiediamo un maggiore coinvolgimento del sindacato. Già nel 2022 avevamo tracciato una road map con questa amministrazione ma solo pochi tavoli sono stati convocati e pochi hanno dato risultati. Ciò che noi chiediamo è un impegno strutturale , un piano strategico per il territorio e per la qualità del lavoro a partire dalla sicurezza sul lavoro in particolare negli appalti di opere, considerando che tra Pnrr e fondi per la ricostruzione post alluvione Forlì sarà ancora di più in cantiere e se vogliamo evitare infortuni e morti dobbiamo mettere condizioni a partire dai bandi di gara escludendo il massimo ribasso e i subappalti a cascata. E’ possibile ma ci vuole volontà politica».

Lei ha parlato anche di nuovi bisogni, quali sono le priorità su questo versante?

«I bisogni sono cambiati, chiediamo di valorizzare maggiormente il sistema di istruzione pubblico da zero a sei anni, come anche di connettere , in tutte le frazioni e quartieri, il sistema scolastico con i servizi pomeridiani del terzo settore, almeno fino alla scuola media. La messa in rete e accreditamento dei tanti servizi pomeridiani post scuola, garantendo anche la mensa e il trasporto pubblico per i bambini e i ragazzi può determinare un aiuto concreto per i genitori e in particolare per le donne che hanno ancora sulle spalle il maggior carico di cura e spesso rinunciano al lavoro o sono costrette a chiedere il part time. C’è già qualche esperienze positiva ma va estesa a tutto il territorio in un sistema governato dall’ente locale che agevoli le famiglie a basso reddito e quelle dove entrambi i genitori lavorano».

Mentre per quanto riguarda gli anziani?

«Ci sono anziani soli, spesso a basso reddito, spesso donne, e con case grandi. Aumentano le cronologie e non autosufficienze. Di questo tema l’amministrazione assieme al distretto socio sanitario deve occuparsene con una visione di prospettiva, non basta più andare in continuità con il passato. E poi l’accesso ai servizi, crescono le liste di attesa per le case di riposo, i posti convenzionati non coprono i bisogni, serve ripensare il sistema, e in questo l’Amministrazione può fare la sua parte».

Sul piano urbanistico e più in generale sullo sviluppo cosa chiede la chi si candida?

«Anche su questo c’è un ritardo importante. La situazione che viviamo oggi nella vertenza Crai di Via Balzella è solo la prima di tante altre che seguiranno. Riteniamo un errore che se si parla di sviluppo si parli di commercio tralasciando che Forlì è una città dove sussistono molte realtà produttive industriali e artigianali. Secondo, indubbiamente riteniamo un errore non aver modificato il piano urbanistico pensato più di vent’anni fa. Ogni amministrazione può fare il suo piano di sviluppo proprio perché le cose cambiano e molto poteva essere rivisto. Sono passati 5 anni e di discussioni sul Pug abbiamo visto solo un incontro a novembre 2022, poi nulla nonostante i solleciti. In generale noi chiediamo che si guardi allo sviluppo in una logica di sostenibilità ambientale e di benessere per la cittadinanza. Pensiamo che sia una sciocchezza aver ipotizzato le auto in Piazza Saffi, la mancata valorizzazione del patrimonio museale civico e delle biblioteche, la non considerazione che Forlì è città universitaria non solo per i convegni ma anche per gli studenti a cui mancano spazi di ritrovo, di studio e alloggi. E’ un errore non aver presentato un piano di rilancio per il centro storico scambiando questo per un calendario di eventi. Non siamo stati ascoltati ma sicuramente non demordiamo».

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