Forlì. L’intelligenza artificiale promuove il Miglio bianco, installazione di Igor Imhoff

L’intelligenza artificiale generativa approda a Forlì con il progetto “Architettura interattiva-Visioni dal miglio bianco”: una installazione di Igor Imhoff collocata nei Giardini Orselli a cui è possibile accedere fino al 20 gennaio (18.30-22.30). Con la direzione artistica di Francesca Leoni e Davide Mastrangelo di Vertov Project e il sostegno del Comune di Forlì, alla base della realizzazione sta l’idea di rendere «popolare – chiarisce l’assessore alla Promozione culturale Valerio Melandri – e familiare a tutti i cittadini il racconto di un luogo che questa Amministrazione candida al riconoscimento Unesco, quel “miglio bianco” fra la stazione ferroviaria e il belvedere del Giardino Pubblico in cui sono raccolti gli esempi delle principali architetture di inizio Novecento, il Razionalismo ma anche il Liberty, il Neoclassicismo e l’Eclettismo. Il nostro intento però è anche rendere altrettanto popolare e familiare l’intelligenza artificiale, in una città in cui tutto questo può diventare motivo di orgoglio e di identità». Questi, quindi, i principi ispiratori di Imhoff, che da anni si sforza di coniugare nelle sue creazioni passione di artista e tecnologie d’avanguardia. Nella pratica, ponendosi di fronte alla macchina, l’immagine personale viene raccolta, rielaborata e collocata poi su uno sfondo che può ricordare le strutture del viale della Stazione e dei 16 punti notevoli individuati dal gruppo di lavoro di cui fa parte anche PubliOne di Loris Zanelli. L’immagine prodotta può essere poi scaricata attraverso QrCode o dal sito che è stato appena inaugurato (www.migliobianco.it). «L’installazione, i suoi prodotti ma anche il depliant illustrativo relativo al “Miglio bianco” – chiariscono Lorena Mele di PubliOne e Davide Mastrangelo – sono un aiuto prezioso anche per chi non è di Forlì per rendersi conto dell’eccezionalità di questo territorio. L’opera di Imhoff, che ha riversato in questa elaborazione anche i suoi studi sull’arte pittorica italiana dell’inizio del Novecento, permette inoltre di venire in contatto contemporaneamente con una tecnologia d’avanguardia ma anche con l’immagine ideale del luogo, che poi si è spinti a voler vedere dal vero e a conoscere con una passeggiata fra gli edifici». Frutto di un lavoro di ricerca e di confronto, l’installazione insomma vuole coniugare «arte e innovazione –conclude Imhoff – e rendere l’una e l’altra accessibili e condivisibili a ogni cittadino-fruitore».

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