Forlì. Influenza, crescono i bambini che arrivano in pronto soccorso con complicanze

Forlì

«Va male, va male». Non usa mezzi termini Enrico Valletta, primario di pediatria dell’ospedale “Morgagni-Pierantoni” di Forlì, nel fotografare la situazione influenzale che sta colpendo i bambini in questi giorni. «Non so se siamo arrivati al picco ma sono già un paio di settimane che i bimbi arrivano al Pronto soccorso con l’influenza – spiega il primario –. Direi che otto bambini su dieci che si presentano al Pronto soccorso ce l’hanno e nove su dieci di quelli che hanno la febbre hanno l’ influenza». I numeri sono eloquenti e raccontano di un’ondata importante che sta mettendo a letto tantissimi italiani, piccoli inclusi. «Abbiamo ricoverato diversi bambini con complicanze dell’influenza, prevalentemente respiratorie come polmoniti, broncopolmoniti, insufficienze respiratorie – spiega –. È un’influenza abbastanza pesante, che dà soprattutto problemi dal punto di vista respiratorio, un po’ meno dal punto di vista gastrointestinale a mio avviso». Non sono mancati anche casi più complessi: «Abbiamo visto anche recentemente un’influenza con un coinvolgimento neurologico – racconta –. Sappiamo che è una cosa che può succedere ma conferma che questa non è un’influenza da sottovalutare». La fascia d’età più colpita è quella dei bambini piccoli, sotto i cinque anni. «I bambini vaccinati sono molto pochi, non ho dati precisi ma credo che non superino il 5% dunque i bimbi sono molto esposti». Una percentuale bassissima che, secondo Valletta, si spiega con una sottovalutazione del problema influenzale che invece, in alcuni anni, può colpire in maniera particolarmente forte e può portare a complicanze più importanti. Lo dimostrano i letti del reparto che in questo momento sono occupati in buona parte da bimbi febbricitanti. «I genitori vengono in ospedale preoccupati perché i bambini hanno febbre alta, prolungata e respirano male – spiega –. Se sono piccoli, soprattutto sotto i sei mesi, il ricovero è più facile perché i piccolini sono sempre un po’ più delicati». Spesso, poi, si assiste alla sovrapposizione di altre infezioni batteriche. Terapie antibiotiche, radiografie del torace e quando serve ossigenazione anche ad alti flussi sono le armi di cui si avvalgono i medici per contrastare il virus. «Circola anche Il Covid ma molto poco – precisa Valletta – così come il virus respiratorio sinciziale, probabilmente anche grazie alla vaccinazione e l’uso dell’immunoprofilassi che ne ha ridotto di molto la circolazione». Un aiuto importante arriva dai test di diagnosi rapida disponibili nei pronto soccorso romagnoli. «Abbiamo questi sistemi che ci dicono in venti minuti al massimo, di che cosa si tratta – prosegue –. È un ottimo aiuto». Il primario invita le famiglie con bimbi piccoli alla prudenza ma senza allarmismi: «I bambini piccoli, sotto i sei mesi d’età devono avere sicuramente un’attenzione maggiore – spiega –. Per gli altri, a meno che non li si veda in difficoltà soprattutto respiratoria, i genitori devono sapere che in nove casi su 10 si tratta di influenza».

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