Forlì, infermiere aggredite in Pronto soccorso: condannata 35enne

Forlì
  • 20 giugno 2025

Prima ha picchiato un’infermiera del Pronto soccorso. Poi l’ha insultata e minacciata. A distanza di due anni è stata condannata per quei fatti una forlivese di origini sudamericane di 35 anni. Al termine del processo di primo grado celebrato ieri nell’aula del giudice Marco De Leva.

I fatti risalgono al 2023 e ad un turno di notte al termine del quale fu necessario l’intervento di una Volante dalla Questura. La 35enne aveva avuto accesso in Ps per uno stato di malessere che era stato preso subito in carico dagli specialisti dell’emergenza del “Morgagni Pierantoni”. Serviva eseguire degli esami sulla donna che era arrivata in ospedale in un stato di torpore e di sofferenza. I prelievi di sangue e la relativa attesa per capire quale fosse la malattia che la attanagliava, la 35enne l’ha trascorsa in una barella, assopita e quasi sempre senza “riprendere vigore”. I primi esiti degli esami non la catalogavano come una paziente che avesse dei criteri di emergenza assoluta e quindi la sua situazione sarebbe stata presa in carico una volta assorbiti i primi medicinali per lenire i dolori ed a completamento degli accertamenti necessari.

All’alba, quando si stava materializzando il cambio di turno tra il personale della notte e quello che avrebbe svolto la mattinata in Pronto soccorso, da quel “torpore” la donna si è risvegliata. E l’essere ancora in Pronto soccorso l’ha fatta scattare di rabbia. Urlava accusando che nessuno sapeva fare il suo lavoro, perché nessuno l’aveva ancora curata.

«E’ entrata nell’area di triage ed ha impugnato un bidone di metallo con il quale, urlando, ha cercato di aggredite e colpire una mia collega». È stata la stessa infermiera vittima della 35enne a raccontare in aula i fatti (rispondendo alle domande del pubblico ministero Francesco Buzzi e dell’avvocato della difesa Pamela Fragorzi) e ripercorrere quei momenti ad alta tensione. «Sono riuscita ad intercettarla tirandole la maglia per farle cadere quell’oggetto che voleva scagliare. A quel punto lei mi ha stretto al muro colpendomi con calci. È intervenuta la vigilanza interna dell’ospedale che ci ha separate ed è stata chiamata la polizia. Mentre venivamo condotte in due luoghi distinti mi minacciava dicendo che mi avrebbe aspettato fuori per picchiarmi. Ed urlandomi una serie di insulti».

Con le leggi i materia di recente introduzione la 35enne non avrebbe concluso il percorso diagnostico in maniera “normale” come invece poi è avvenuto nelle ore successive e dopo la denuncia presentata subito alla polizia dall’infermiera aggredita. Ora le leggi a tutela dei sanitari in casi simili impongono l’arresto immediato.

La questione invece è finita in aula due anni dopo e per le violenze verbali e fisiche all’infermiera la donna (dopo una richiesta di 2 anni di pena da parte della Procura) è stata condannata ad un anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa. Sentenza che passerà in giudicato se non arriverà un Appello da parte della difesa entro 15 giorni.

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