Forlì, incidente mortale per un cameriere di Cesenatico: patteggia un anno di reclusione

Forlì

Un anno di reclusione con pena sospesa, questa la pena patteggiata da I.G., 24enne toscana residente nel forlivese, durante l’udienza preliminare conclusasi pochi minuti fa presso il Tribunale di Forlì e riguardante la tragica morte di Gerardo Visone, storico e apprezzatissimo cameriere di Cesenatico. I familiari della vittima, assistiti da Giesse Risarcimento Danni, gruppo specializzato in casi di omicidio stradale con sedi in tutta Italia, hanno visto ricostruire in aula quanto accadde quella tragica mattina. Erano circa le 6.30 di sabato 1 agosto 2020 e Gerardo Visone, 59enne di origine pugliese, stava percorrendo a velocità moderata la SP2 Cervese in sella alla sua Aprilia per recarsi puntuale, come ogni mattina, al lavoro.

Improvvisamente, però, all’uscita di una curva si vide piombare addosso la Ford Fiesta guidata da I.G., che perdendo il controllo del mezzo invase la corsia su cui si trovava la moto e finì per causare un terribile incidente frontale. Drammatica la scena che si trovarono di fronte i soccorritori, con la moto e l’auto praticamente distrutte e il corpo di Gerardo Visone ormai senza vita. Solo lievemente ferita, invece, l’automobilista. I.G. tornava da una serata con gli amici e viaggiava in direzione Cervia-Forlì per rincasare quando, nonostante l’ottima visibilità, il bel tempo e le buone condizioni del manto stradale, perse il controllo del mezzo a causa della velocità di percorrenza superiore al consentito, finendo prima per sbandare sulla destra e poi per invadere la corsia opposta, causando il sinistro mortale, senza che il centauro potesse evitare in alcun modo l’impatto. Ad aggravare la situazione, poi, è arrivato anche l’esito dell’alcol test, che ha rilevato un tasso alcolemico di 0.61g/l, e quindi superiore al limite di legge.

In aula oggi era presente la sorella della vittima, Silvana Visone, che ha tristemente commentato: “Non c’era sicuramente desiderio di vendetta, ma si sperava che dal tribunale arrivasse un segnale forte. Non è più ammissibile vedere persone che si mettono alla guida con leggerezza, senza valutare le proprie condizioni psico-fisiche e mettendo così in pericolo la vita altrui: basta la minima distrazione per causare danni incalcolabili, come quelli subiti dalle nostre famiglie. Chi sbaglia deve pagare, quanto meno per dimostrare che certi comportamenti non possono essere più tollerati”.

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