Forlì importante donazione ad Anatomia patologica ricordando l’alluvione

’Aiepn (Associazione italiana emoglobinuria parossistica notturna onlus) ha donato nuove strumentazioni da laboratorio all’Unità operativa di Anatomia Patologica di Forlì per un valore di 25mila euro, destinati all’acquisto di una “citocentrifuga”, di una “centrifuga” e di un “coloratore da banco”. Un gesto di generosità in ricordo delle vittime dell’alluvione in Romagna, ma anche a sostegno della ricerca e della sanità pubblica. «Esprimo, a nome del laboratorio di Anatomia Patologica di Forlì – dichiara Matteo Costantini, direttore della Unità operativa – un sentito ringraziamento per la generosa donazione ricevuta attraverso la quale siamo riusciti ad acquisire strumenti fondamentali per l’allestimento di preparati citologici (centrifuga e citocentrifuga) e di preparati per la diagnostica intraoperatoria (coloratore da banco). L’essere stati identificati come destinatari di questa donazione certifica l’importanza dell’anatomia patologica nell’attività diagnostica quotidiana ed il ruolo centrale che essa riveste nella gestione dei pazienti, incoraggiandoci a fare sempre del nostro meglio». Per l’occasione, Aiepn Onlus non solo ha voluto ricordare tutte le vittime dell’alluvione in Romagna, ma anche un giovane paziente romagnolo affetto da Epn, Pier Paolo Padovan, scomparso prematuramente nel 2019 a Ferrara. Presente alla donazione anche il professor Lucio Luzzatto, ematologo e genetista di fama mondiale e presidente onorario e cofondatore di Aiepn, che ha spiegato come «per gli studenti di medicina emoglobinuria parossistica notturna (Epn) sia uno scioglilingua. Per le persone che sono affette da questa rara malattia gli episodi di urina scura, conseguenza della distruzione accelerata di globuli rossi, sono invece fonte di vera preoccupazione. Quando ero un giovane ematologo sapevamo già fare la diagnosi: la cosa più importante era pensarci. Poi, non essendo disponibile alcun farmaco specifico, occorreva sostenere i pazienti in vario modo, spesso usando anche trasfusioni di sangue. Nella mia esperienza molti pazienti sono stati capaci di convivere coraggiosamente per decenni con gli svariati disturbi che l’Epn comporta».