Forlì, il precedente dell’alluvione del maggio 1939

La disastrosa alluvione che nella notte fra il 16 e il 17 maggio 2023 ha colpito Forlì e in particolare il quadrante occidentale della città, dai Romiti alla Cava fino ad intrappolare in una morsa fangosa anche l’area tra le vie Isonzo e Pelacano e l’intero quartiere di San Benedetto, ha un precedente pressoché analogo risalente a più di 80 anni fa. La memoria locale annovera infatti un altro “maggio della grande alluvione”: correva l’anno 1939. “La pioggia che da quaranta giorni discende con rare parentesi - annota nel suo Diario degli Avvenimenti in Forlì e Romagna 1939-1945, il bibliotecario comunale Antonio Mambelli alla data del 30 maggio - ha determinato una piena senza precedenti a memoria d’uomo, specie nei fiumi Ronco e Montone. Rotti gli argini in diversi punti, le acque hanno invaso i campi, sommerso le case, trascinato nella loro furia armenti, alberi, relitti d’ogni sorta”. Al Ronco, nella frazione omonima ancora raggruppata attorno alla chiesa parrocchiale e ben distinta dal capoluogo, “alla sinistra del fiume fino alla località Grotta e alla destra fino all’ansa in direzione di Forlimpopoli e Bertinoro, si è formato un lago immenso da cui emergono le cime degli alberi”. Note dolenti e fortissime analogie anche per quanto riguarda il nucleo dei Romiti, sebbene all’epoca non fosse edificato come oggi: “In prossimità della chiesa di Santa Maria del Voto, sulla strada per Firenze, come dall’opposta parte in via Lunga, il livello del Montone ha raggiunto le case”. Fra la Cosina e il ponte del Braldo collegante Villanova e San Martino in Villafranca, “il treno scorre sulle acque”. La strada carrabile per Ravenna (che è la stessa di oggi, a ridosso dell’argine del fiume, n.d.r.) risultò interrotto nei pressi di Durazzanino: “Ivi le campagne sono allagate in modo impressionante”. Per implorare la cessazione del flagello e un miglioramento delle condizioni meteo, in Cattedrale venne scoperta l’immagine della Madonna del Fuoco, patrona dei forlivesi. A Forlì si contano 150 case lesionate e 500 persone rimaste senza tetto.