Forlì, il Pd e le criticità del parco urbano “Franco Agosto” FOTOGALLERY






















Il gruppo consiliare del Pd, ieri, ha organizzato un evento in un luogo simbolo della città: il parco urbano “Franco Agosto” per evidenziare lo stato in cui versa a quasi due anni dall’alluvione del maggio 2023. «Il parco urbano è stato voluto fin dagli anni ’80 – dice il consigliere dem, Alessandro Gasperini –. L’acquisizione dell’area è arrivata all’epoca del sindaco Giorgio Zanniboni per poi essere inaugurato nel 1994 dall’allora primo cittadino Sauro Sedioli. Nel 1999 sotto la guida di Franco Rusticali venne intitolato alla memoria del primo sindaco di Forlì Franco Agosto, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario dalla scomparsa. Un polmone verde, quindi, che da 31 anni è luogo di socialità e divertimento ma che nonostante siano trascorsi 20 mesi dall’alluvione presenta ancora molte criticità: è stato progettato per regalare qualcosa di bello a Forlì, ma oggi è ancora coperto di fango e non c’è prospettiva nel prossimo futuro. Il parco urbano è la metafora della città, non ci possiamo permettere di abbandonarlo, ma è da reinserire nella nuova Forlì che immaginiamo e che vogliamo il più sostenibile possibile. Non solo, nulla si sa della vecchia fornace totalmente abbandonata e ricoperta da rovi, del giardino dei frutti dimenticati, della sala polifunzionale e degli impianti sportivi. In pochi sanno che a fianco del parco corre il cammino di Sant’Antonio che non è valorizzato». Già nel maggio scorso due esperti come Giancarlo Pennuti e Ivano Zecchini avevano promosso una camminata per puntare i riflettori sulla situazione del parco urbano. «Ben vengano tutte le iniziative che intendono ribaltare un racconto che evidenzia come le cose vadano tutte bene quando invece non è così – affermano i due esperti –. Il parco è stato lasciato andare, in due anni il Comune è riuscito a mettere solo delle staccionate pericolanti. Un’area di quasi 20 ettari che ha delle sue peculiarità e che va ripristinata pensando anche al fatto che il parco è potenzialmente allagabile e che i volumi di terra che ci sono possono influire sulla parte idraulica. Nulla si risolve se continuiamo a dire che questa è la collina della memoria (una zona in cui ancora oggi sono presenti i segni evidenti dell’alluvione, ndr)». Insomma, il Pd e i cittadini chiedono un po’ di chiarezza sui progetti dell’Amministrazione che riguardano il parco urbano. «E’ evidente che il polmone verde della città sia ancora una ferita aperta, ma è anche la dimostrazione di cosa è mancato da parte di questa Amministrazione dopo l’alluvione – sottolinea il consigliere del Pd, Federico Morgagni –. Il parco urbano è il simbolo del modo segreto e nascosto di agire del Governo della città, lo dimostra il fatto che per il laghetto sono state donate risorse da La 7 (500mila euro) ma non vi è traccia della rendicontazione. Più e più volte al Comune è stato chiesto quali fossero i progetti e le tempistiche per il ripristino di quest’area. Nessuna risposta certa. Nel novembre del 2023 l’assessore ci aveva comunicato che i lavori di somma urgenza erano quasi terminati, siamo nel 2025 e le staccionate sono riparate per modo di dire. Non solo, hanno palesato un piano di valorizzazione del parco, ma che oggi è sparito. L’unica novità è che nei prossimi due anni sono previsti interventi di riqualificazione per 2 milioni di euro previsti dalla struttura commissariale, anomala, la quale si dovrebbe occupare dei lavori. Abbiamo già visto come sia complicato mettere a terra le risorse gestendole in questo modo». E’ poi l’ex candidato sindaco Graziano Rinaldini a lanciare un altro allarme: «C’era una concessione del parco che ha permesso di portare animazione, eventi, anche con punte di diecimila presenze. Ora questa gestione complessiva di questo polmone verde non c’è più. E’ fondamentale, invece, se si vuole far vivere il parco urbano. Se hanno un progetto nuovo almeno che lo illustrino e coinvolgano i cittadini».