Forlì, il Comune vara un piano di azioni di sostegno alla famiglia

FORLI’. Una “bussola” per l’azione dell’amministrazione. Il Comune di Forlì presenta oggi alla stampa il primo Piano delle politiche per la famiglia, adottato in giunta lo scorso 9 luglio. Come precisa il vicesindaco Vincenzo Bongiorno, “sostenere la famiglia significa rendere la comunità più coesa e forte, si fa il bene di tutta la città”. Per questo, nonostante non ci sia un accordo con la Provincia e la Regione, il Comune ufficializzerà a breve con la Provincia autonoma di Trento (che gestisce il riconoscimento), la candidatura a “Città amica della famiglia”. Un percorso di due anni che dovrebbe concludersi nel 2027. Il Piano, entra poi nel dettaglio il vicesindaco, individua 10 aree strategiche, tra cui Promozione e visibilità, Sostegno alla natalità e alla casa, Conciliazione vita-lavoro, Servizi per giovani, anziani e disabili, Tariffe agevolate, Urbanistica inclusiva e tre linee di azione, il monitoraggio di “quanto già si fa buono”, l’individuazione di azioni da potenziare e l’individuazione di azioni da sperimentare. Tra le novità, annuncia, in autunno si darà vita alla figura del Garante per gli anziani, dedicata al pieno godimento dei loro diritti e del loro benessere. Inoltre sono previsti la distribuzione del kit nascita e cerimonie per neogenitori e coppie longeve; Patti di collaborazione e sostegno al volontariato; Accordi con aziende per la conciliazione degli orari e sul welfare; Spazi giovani e centri educativi innovativi; la mappatura delle barriere architettoniche e gli orti urbani.
Il lavoro, ricorda il dirigente Pierluigi Rosetti, è iniziato un anno fa andando a vedere cosa facevano altri Comuni. Il Piano, sottolinea, è uno strumento di programmazione e di lettura dell’incidenza delle politiche per le famiglie che taglia trasversalmente tutti gli ambiti di azione dell’amministrazione comunale. “Traccia i binari”, aggiunge l’assessore al Welfare Angelica Sansavini per le tematiche che riguardano gli anziani, i disabili, i minori, le famiglie fragili, l’abitare”. Un documento “in itinere” che attraverso il monitoraggio delle azioni si migliorerà e adeguerà ai bisogni che cambiano. “Emozionata” la presidente della Consulta per le famiglie, che ha attivamente partecipato alla sua elaborazione, Maria Cristina Terenzi. Per l’ente, infatti, la famiglia “si interseca con tutto e tutto si interseca con la famiglia”. Ma le politiche per sostenerle erano “schiacciate” dal Welfare: con solo assistenzialismo, che è “un elemento riparatorio, si crea dipendenza, è preferibile la prevenzione”. Inoltre il documento contiene quattro obiettivi fondamentali per la Consulta: progetti personalizzati per i disabili; un protocollo di prevenzione dell’aborto che tuteli le donne che si sentono costrette a ricorrervi; il riconoscimento di Comune amico della famiglia; la distinzione tra assessorato alla Famiglia e quello al Welfare.