Forlì, il caso Sofalegnami arriverà al ministero

Forlì
  • 19 luglio 2025

La protesta dei lavoratori della Sofalegnami che opera in conto terzi per il Gruppo 8 che da due settimane sono in sciopero davanti ai cancelli della sede forlivese di via Gramadora, arriva in Parlamento. Ieri, infatti, il senatore del Movimento 5 stelle, Marco Croatti, ha raggiunto gli operai promettendo di tenere alta l’attenzione sulla vicenda in cerca di una soluzione. «Faremo una interrogazione al ministro Adolfo Urso – promette loro incontrandoli – e vi daremo una mano a tenere alti i riflettori. Voi avete fatto una rivendicazione di diritti e noi vi daremo una mano a livello parlamentare sia con un’integrazione in Senato che con una alla Camera. Questa questione tocca tutti i livelli: le imprese che delocalizzano, i diritti dei lavoratori, gli ammortizzatori sociali, il diritto a protestare e a rivendicare dei diritti in questo Paese».

Analoga interrogazione verrà presentata dai pentastellati anche in Regione. «Qua si tratta non tanto di stipendi bassi ma di condizioni di vita inaccettabili – aggiunge consigliere regionale, Lorenzo Casadei –. La prossima settimana farò un’interrogazione in Regione per sapere quali sono le azioni che l’assessore Paglia intende intraprendere per questa situazione specifica». «Sono preoccupato – riflette il consigliere comunale dei 5 stelle, Eros Brunelli – non solo per questi lavoratori ma anche per il distretto del mobile imbottito in generale. Spero che quello che sta emergendo non sia la punta di un iceberg, cioè di un sistema che ormai è già così. Spero che queste siano le prime avvisaglie di uno sistema che può essere fermato».

Ancora non ci sono date per un nuovo confronto tra le parti ma gli obiettivi del sindacato sono chiari: attivare gli ammortizzatori sociali prevedendo al tempo stesso un piano industriale per tutelare il lavoro. «Siamo ancora in una situazione che è figlia di una scelta di Gruppo 8, di dismettere la produzione e di mandare a casa di fatto quaranta lavoratori che fino allo scorso dicembre sono stati in condizioni di sfruttamento – Luca Toscano, coordinatore Sudd Cobas –. Siamo qui dopo che l’azienda ha iniziato lo smantellamento dello stabilimento di nascosto, dopo aver messo in ferie forzate i lavoratori per quattro giorni. Ieri (giovedì, ndr) ci sono stati una serie di tavoli ma per ora nessun accordo è stato raggiunto. Non vogliamo stare a un tavolo dove si parla di licenziamenti che sono evitabili, vogliamo discutere di ammortizzatori sociali, ma non solo. Un ammortizzatore sociale che mantiene la scelta di dismettere tutta la produzione da via Gramadora è un ammortizzatore sociale che utilizza soldi pubblici per far perdere posti di lavoro. Noi vogliamo che i soldi pubblici siano utilizzati per mantenere i posti di lavoro. Infine i contributi che i lavoratori hanno pagato ma che non sono stati versati all’Inps devono essere pagati dall’azienda per permettere ai lavoratori di godere degli ammortizzatori sociali».

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