Forlì, «Il basket, le foto e la moto le tue grandi passioni. Ciao Nicolò, è stato bello incontrarti»

Forlì

La prima volta che ti ho fotografato, in bianco e nero, eravamo ad una partita di basket, l’ultima volta che ti ho salutato eravamo ad una partita di basket, una delle tue tante passioni. La prima volta avevi circa due anni fiero e impettito dietro la telecamera di tuo padre Deris con le cuffie in testa più grandi di te. L’ultima volta di anni ne avevi quasi 27, pochi per morire. Vicino a te la tua moto, spezzata in tre parti.

La parte difficile del nostro lavoro, perché tu per noi eri un collega come tuo padre, è proprio questa. Per pudore non ne parliamo mai tra di noi, ma ce lo leggiamo negli occhi. Speriamo che ce la faccia, hanno interrotto il massaggio cardiaco, allora lo caricano e volano in ospedale. No, non si muovono, allargano un lenzuolo e lo coprono. È finita, prima però ci sono regole non scritte da rispettare e noi lo facciamo. Sempre.

Bravo, umile, educato e professionalmente preparato, in campo mai una parola, ma a partita finita un “Forza ragazzi, dai, dai” non mancava mai, aldilà del risultato. Perché tu quel parquet l’hai assaggiato e calpestato nel momento più buio, ma sempre con orgoglio e a testa alta anche quando perdevate con 70 punti di scarto. Speravi tutti gli anni nella promozione.

La tua famiglia era lì, sempre. All’intervallo si sedevano dietro di te senza parlare, mantenendo le dovute distanze. Deris con la telecamera e Albertina come volontaria della Croce Rossa.

Un professionista dell’immagine, guardavo con la coda dell’occhio il tuo monitor mentre “sistemavi” le foto, scorgevi dettagli e inquadrature che mi facevano ubriacare. Valentino, col quale hai sempre avuto un occhio di riguardo, tu, io, Genny, Massimo, Cristiano e la Sandrina, sempre lì da anni a fotografare la passione dei forlivesi. La tua passione come la fotografia e la moto, quella moto che curavi e coccolavi maniacalmente e che forse ti ha tradito. Ma che importa?

Ora però è il momento dell’ultima carezza, dopo devo chiudere la cerniera di questo sacco nero, Cristiano mi aiuta, sta a noi. Ciao Nicolò è stato bello incontrarti, è stato bello guardarti e condividere del tempo con te.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui