La pazienza dei residenti che ogni giorno percorrono la Sp2, la cosiddetta Cervese, è ormai al limite. Quella che dovrebbe essere un’arteria vitale di collegamento tra l’entroterra e il mare si è trasformata, in diversi punti, in un percorso a ostacoli segnato da ritardi infrastrutturali e incuria manutentiva. Al centro delle polemiche ci sono due fronti caldi: l’adeguamento del famigerato “ultimo miglio” e lo stato di abbandono che attanaglia i tratti urbani. Il problema più critico riguarda il tratto compreso tra le frazioni di La Caserma e Casemurate. Nonostante le promesse e i piani di riqualificazione degli anni scorsi, questo rimane un collo di bottiglia pericoloso con avvallamenti, erbacce, un tratto di marciapiede pressochè inesistente e logoro, caditoie mancanti e pozzetti occlusi. «Questa è una situazione che si protrae ormai da molti anni – fa presente il coordinatore del comitato di quartiere, Franco Bagnara –. In tutto questo tempo, ormai, sono state fatte solo promesse e nulla è cambiato. Solo chiacchiere, qui è il Bronx». Nonostante ciò, dopo le ultime segnalazioni pervenute, il coordinatore ha deciso di scrivere alla Provincia e a Hera. «Nel 2019 è stato approvato il programma triennale delle opere pubbliche della Provincia alla quale sono stati assegnati 700mila euro per l’intervento da realizzare nella frazione “La Caserma” , lavori simili a quelli già attuati a Pievequinta – sottolinea Bagnara – e questo consentirebbe la definitiva messa in sicurezza dell’incrocio a semicurva con via Erbosa, teatro negli anni passati di numerosi incidenti. Come più volte da noi segnalato sarebbe un’occasione per realizzare un piccolo parcheggio pubblico per le piccole attività commerciali e le abitazioni a ridosso della trafficata strada, regolarizzando nel contempo l’attuale pericolosa sosta “selvaggia” a bordo strada». A ciò si aggiunge anche la problematica delle caditoie occluse o ricoperte da erbacce. «Chiediamo ad Hera di provvedere alla manutenzione delle botole sfondate o mancanti e la pulizia delle condotte e dei pozzetti di raccolta delle acque meteoriche occluse o dove sono cresciute erbacce», dice il coordinatore del comitato di quartiere. Insomma, la richiesta è chiara. «Nell’ambito delle proprie competenze, invitiamo Hera e la Provincia ad attuare ogni provvedimento necessario a garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini – conclude Bagnara –. La nostra preoccupazione mira soprattutto a ridurre i rischi derivanti da tale stato».
Forlì, i residenti di La Caserma chiedono interventi sulla Cervese