Forlì, guardia medica assenteista: due dottori sospesi

Forlì
  • 04 luglio 2025

Come misura cautelare ora due dei dieci dottori coinvolti hanno il divieto di esercitare la professione medica. Per gli altri otto, che nel frattempo hanno cambiato completamente orizzonti di lavoro (ed in qualche caso anche regione di residenza) lo stesso divieto non c’è. Anche se il Gip Ilaria Rosati nella sua ordinanza ha stigmatizzato “i gravi indizi di colpevolezza” che gravano anche a loro carico.

Sta proseguendo nelle aule di giustizia forlivesi il percorso del caso eclatante emerso lo scorso autunno. Dottori di guardia medica che invece di essere in ospedale per coprire il turno a disposizione dei cittadini, erano nelle loro abitazioni o in altri luoghi e nella migliore delle ipotesi iniziavano il turno di lavoro con un ritardo di ore rispetto a quello che era prestabilito dal servizio e dal contratto per il quale venivano pagati dall’Ausl.

Dopo l’indagine coordinata dal pubblico ministero Andrea Marchini in dieci dovranno rispondere di truffa, falso ed interruzione di pubblico servizio.

La vicenda, che si compone di 120 pagine di prove accumulate dall’accusa, era esplosa nella sua macroscopicità a metà dello scorso mese di ottobre, quando i 10 medici indagati all’alba erano stati oggetto di perquisizioni domiciliari.

L’indagine era partita molti mesi prima a seguito di un esposto presentato dall’Ausl Romagna e dopo che lamentele specifiche erano state inviate (anche tramite Urp oltreché con missive ai giornali) da parte di un congruo numero di utenti.

Il tema era sempre lo stesso. Negli orari in cui serviva la guardia medica molto spesso non si riuscivano a trovare, fisicamente e telefonicamente, i dottori che avrebbero dovuto essere al lavoro.

La Procura ha coordinato nelle indagini la Polizia di Stato e dopo aver raccolto le segnalazioni più recenti ha iniziato a scavare a ritroso in vicende di disservizio che temporalmente sono arrivate fino al mese di agosto dell’anno 2023.

La dinamica era sempre la medesima: componevano il numero della continuità assistenziale senza trovare risposta. Un assenteismo sistematico da parte dei medici i quali, abbandonando i pazienti che avrebbero invece dovuto assistere, si allontanavano dalla sede della guardia medica per recarsi altrove oppure iniziavano il turno di lavoro in ritardo, arrecando in questo modo gravi danni al servizio dal punto di vista operativo.

Le prime indagini svolte dalla Squadra Mobile di Forlì avevano confermato subito quanto denunciato da utenti ed Ausl: numerosi episodi di assenteismo da parte dei medici. Fatti diffusi e non isolati, commessi a partire da agosto del 2023, che hanno coinvolto nella loro globalità anche giovani specializzandi.

Le perquisizioni erano state fatte scattare al domicilio dei medici in contemporanea: sia per acquisire ulteriori prove che per verificare eventuali alibi forniti reciprocamente dagli indagati. Accertamenti che all’epoca era stato possibile eseguire anche con la collaborazione del personale del Commissariato di Cesena, della Squadra mobile di Bologna e di quella di Venezia: tutte località dove parte dei medici avevano ed hanno residenza.

Due, come detto, i medici finiti in particolar modo nel mirino della magistratura. Tre settimane fa davanti al gip del Tribunale a Forlì si sono conclusi tutti gli interrogatori di garanzia. Successivamente ai quali il gip ha sancito che per due dei dottori venisse fatto scattare l’ordine cautelare di divieto di esercizio della professione medica in attesa di giudizio.

Anche gli altri 8 dovranno rispondere delle stesse accuse. L’associazione a delinquere che era stata ipotizzata dalla Procura non è stata avvallata come tipo di accusa dal giudice, che ha fermato cautelativamente soltanto i due medici che erano ancora al lavoro in ambiti simili a quelli dell’inchiesta. Mentre per gli altri l’appuntamento fissato per rispondere delle accuse sarà ad una data futura: sempre in sede preliminare e sempre davanti al Gip di Forlì.

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