Forlì. Gli universitari manifestano: “Non possiamo tacere di fronte al ricorso indiscriminato dei manganelli”

Con una manifestazione che non è stata fermata neanche dalla pioggia, alcune decine di studenti si sono dati appuntamento davanti alla sede del Campus forlivese per chiedere le dimissioni del ministro Matteo Piantedosi e l’identificazione degli agenti di polizia attraverso un codice identificativo da apporre sulle uniformi. Gli universitari forlivesi hanno reagito così all’utilizzo dei manganelli da parte delle forze dell’ordine contro gli studenti che, venerdì scorso a Pisa, manifestavano a sostegno della Palestina.

«Come Unione degli Universitari (Udu, ndr) di Forlì e Rete degli studenti medi Forlì, dopo i fatti di Pisa, abbiamo deciso di mobilitarci per denunciare fermamente l’uso eccessivo della violenza da parte delle forze dell’ordine verso i manifestanti - spiega Martino Bianco, portavoce Udu Forlì -. Non è concepibile manganellare studenti e studentesse quando sono in piazza a protestare pacificamente. Esprimiamo la nostra condanna nei confronti degli episodi avvenuti a Pisa, Firenze e Catania. Non possiamo tacere di fronte al ricorso indiscriminato ai manganelli da parte delle forze dell’ordine contro manifestazioni pacifiche di studenti e studentesse. È inaccettabile l’inerzia del Governo di fronte a tali violazioni».

Due sono le richieste avanzate ieri: «Chiediamo le dimissioni del ministro dell’interno Piantedosi - prosegue Bianco - e soprattutto codici identificativi per le forze dell’ordine. Vogliamo una polizia al servizio dello Stato, non uno Stato al servizio della polizia. Perché altrimenti tra qualche anno ci ritroveremo ad affrontare una nuova scuola Diaz».

«Sebbene Meloni dichiari che sia rischioso minare il sostegno istituzionale alla polizia, è il suo silenzio e la mancata condanna di questi atti ad essere pericolosa - aggiungono dalla Rete degli studenti medi di Forlì -. Le manifestazioni a favore della Palestina e della pace devono essere rispettate, in accordo con l’articolo 21 della Costituzione che garantisce il diritto di manifestare previo avviso alle autorità competenti».

A sostegno degli studenti c’era anche la Cgil. «Siamo qui come Cgil di Forlì-Cesena in supporto ai promotori di questa iniziativa - ha spiegato la segretaria provinciale, Maria Giorgini - perché riteniamo che il diritto a manifestare la libertà di espressione in questo Paese debba essere sempre garantito. Questa la consideriamo una prima tappa di un percorso che ci porterà, il 9 di marzo, alla grande manifestazione nazionale dove sicuramente ribadiremo il diritto a manifestare ma anche il diritto di sciopero che è stato messo recentemente in discussione da questo Governo nelle ultime manifestazioni organizzate dalla Cgil e dalla Uil. Sarà una grande manifestazione per la pace. Riteniamo che oggi ci sia la necessità di garantire quelle manifestazioni giuste, come quelle dei ragazzi che sono state anche brutalmente fermate da una modalità sbagliata di intervenire da parte di quei soggetti che dovrebbero, prima di tutto, garantire la libertà di manifestare».

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