Forlì, fratellini schiacciati dal silos: chiesto risarcimento di 4 milioni

Forlì
  • 19 settembre 2025

La famiglia dei tre fratellini morti schiacciati da un silos a Bertinoro si è costituita parte civile chiamando in causa la compagnia assicurativa per il risarcimento da 4 milioni di euro. E’ l’esito dell’udienza che si è svolta ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo De Paoli. Alessandro Sintucci, avvocato che tutela i genitori e la sorellina sopravvissuta, ha presentato domanda di costituzione di parte civile nei confronti del legale rappresentante dell’azienda agricola dove è avvenuta la tragedia (indagato insieme allo zio dei tre fratellini) e chiesto di chiamare la compagnia assicurativa dell’azienda per la responsabilità civile.

Il giudice ha ammesso sia la costituzione sia la richiesta riguardante la compagnia assicurativa prima di rinviare alla prossima udienza prevista a novembre. In quella data potrebbe presentarsi l’avvocato dell’assicurazione. In questo modo, in caso di condanna (l’accusa è omicidio colposo plurimo) la famiglia delle vittime potrebbe chiedere il risarcimento alla compagnia assicurativa. Lo zio è difeso dall’avvocato Antonio Baldacci e il legale rappresentante da Antonio Giacomini. Nel corso delle indagini sono state fatte diverse perizie per capire se i silos erano costruiti secondo il progetto, se dovevano avere delle barriere, visto che erano posizionati in un posto dove passavano dei mezzi, per impedire l’evento, se dovevano avere dei cartelli per segnalare la pericolosità. Per lo zio bisognerà capire se la sua condotta è stata incauta nel lasciare le chiavi della macchina alla guida della quale poi si mise la 18enne, munita del solo foglio rosa.

L’ipotesi di reato della Procura (pm Laura Brunelli) è omicidio colposo plurimo per l’incidente del 7 aprile 2023 dove morirono tre giovanissimi: Fatima, Ousama e Marva Boulgoute, rispettivamente 18, 13 e 9 anni. Fratelli e sorelle che si muovevano in auto nel cortile dell’azienda agricola “Casagrande” di San Pietro in Guardiano, e dove morirono sul colpo schiacciati dal peso del maxi container di mangime crollatogli addosso.

Un incidente che scosse profondamente tutta la comunità. A partire da Meldola, città dove le tre vittime abitavano e avevano studiato fin da piccoli. Poi tutta la comunità musulmana che si strinse in un moto solidale attorno ai genitori delle vittime. Così come l’intero universo che ruota attorno a quella azienda agricola: sotto shock per una tragedia sconfinata. Dopo aver commissionato perizie minuziose sui luoghi dell’incidente e sul silos carico di mangime franato addosso alla vettura dove sono rimasti uccisi i tre fratelli, la Procura ha chiesto che a rispondere di quelle morti siano in due. Uno zio delle vittime, tra le quali la ragazza 18enne che nell’ipotesi di ricostruzione dell’accaduto, si stava “allenando” nel cortile dell’azienda a guidare l’auto. Una Opel Zafira che con a bordo anche Ousama e Marva che ha impattato contro il container di mangime franato addosso fatalmente al veicolo e ai suoi occupanti. Non lasciando scampo a nessuno dei tre. Il secondo indagato è il legale rappresentante della “Casagrande” di San Pietro in Guardiano.

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