Il mese di dicembre rappresenta, tradizionalmente, il periodo più importante dell’anno anche per il commercio locale e le aspettative delle associazioni di categoria si intrecciano con preoccupazioni strutturali che vanno oltre il semplice bilancio delle vendite natalizie.
«Le aspettative sono sempre estremamente alte perché il mese di dicembre rappresenta in tutto l’anno quello più importante per le vendite - afferma Alberto Zattini, direttore di Ascom-Confcommercio -. La concomitanza con il pagamento delle tredicesime e la voglia delle persone di concedersi qualche sfizio alimentano tradizionalmente un clima di ottimismo. Per il territorio forlivese si stima una spesa pro capite che si attesta attorno ai 120-130 euro, in linea con gli anni precedenti». Questo è anche il periodo in cui vengono venduti i capi di abbigliamento più importanti: «mentre in estate predominano magliette e pantaloncini - ragiona - , a dicembre sono i capi invernali a fare la differenza, anche dal punto di vista del valore economico».
Ma l’ottimismo deve fare i conti con una realtà sempre più complessa. «Ormai questa fase, schiacciata tra il Black Friday e i saldi che iniziano i primi di gennaio si accorcia sempre di più - ragiona Giancarlo Corzani, direttore di Confesercenti -. È diventata una finestra temporale complicata. È chiaro che l’ottimismo c’è perché c’è comunque la fase dei regali che di solito, con l’arrivo delle tredicesime, mette nella condizione di maggiore disponibilità da parte dei nostri clienti, però certamente ormai è un Black Friday che dura venti giorni, tra chi parte prima e le diverse promozioni». Molti consumatori potrebbero aver già fatto gli acquisti natalizi approfittando delle promozioni del 30 novembre scorso e da questo punto di vista l’impatto maggiore potrebbe riguardare precisi ambiti. «Credo che l’impatto più grande possano averlo i prodotti tecnologici e i casalinghi di prezzo significativo - afferma Corzani -, mentre per l’abbigliamento e gli articoli da regalo l’effetto dovrebbe essere meno marcato. Ci sono alcune tipologie di prodotto che ormai hanno acquisito, quasi per intero, il mercato online e questo è un problema - ammette Corzani -. Speriamo che i nostri clienti abbiano conservato la buona abitudine di fidarsi dei propri commercianti di riferimento e di avere così l’occasione di tornare a frequentarli».
La risposta dei negozi fisici deve puntare sempre più sui servizi: la conoscenza del prodotto, l’assistenza personalizzata, la consulenza. «Ormai sul prezzo è un guado, la finestra del prezzo pieno è ridottissima», osserva il direttore di Confesercenti. Dietro le aspettative per questo Natale si nasconde una preoccupazione più profonda: la continua diminuzione dei punti di vendita sul territorio. «Nell’ultimo anno i punti di vendita sono diminuiti del 2% stando ai dati della Camera di Commercio di Forlì Cesena - sottolinea Corzani -. Se procediamo di questo passo, poi non stupiamoci se la metà delle strade non ha le vetrine illuminate». La situazione è particolarmente critica nei comuni delle vallate, dove quasi la metà non ha più neanche alcuni servizi di base quali edicole, carburanti, ferramenta, abbigliamento per bambini. Una vera emergenza rispetto alla quale Confesercenti ha lanciato un nuovo stimolo alle aperture: «Offriamo - spiega - un anno di assistenza e servizi gratuiti a chi decide di aprire un’attività in queste zone, d’intesa con i sindaci locali. Una crisi che deve fare i conti anche con il problema del ricambio generazionale e che può essere sovvertita solamente dalle scelte che fanno i consumatori. «C’è un’economia e tutti ci dobbiamo impegnare per creare un’economia che regge - ragiona Corzani -, oppure le conseguenze potrebbero essere queste e quelle dello spopolamento». Se c’è un settore che sembra non temere crisi, almeno durante le feste natalizie, è quello della ristorazione e della gastronomia: «A mio avviso si registreranno, come gli altri anni, percentuali di crescita importanti - afferma Zattini -. Anche se siamo solo al primo weekend natalizio, dunque andiamo a sensazione, è chiara la voglia dei forlivesi sia di festeggiare ristorante o a casa dando vitalità alle vendite dei prodotti di gastronomia o della ristorazione. Tanti ristoranti, già adesso, hanno il tutto esaurito per il periodo natalizio e il cenone di fine anno a testimonianza di una grande vitalità del comparto».