Forlì, un decano e un debuttante: è un consiglio per tutte le età

Forlì

RAVENNA. Il decano e la recluta. L’uno è entrato per la prima volta in consiglio comunale 5 anni prima che nascesse l’altro. Sì, perché Lauro Biondi torna in assise dopo avervi debuttato nel 1990 e Soufian Hafi Alemani lo farà per la prima volta a 24 anni. Da compiere il 25 dicembre del 1995. A dividerli, oltre a 41 anni d’età, anche la collocazione politica. Adesso ribaltata: Biondi con Forza Italia in maggioranza, Soufian Hafi Alemani col Pd all’opposizione.
Debuttante
Quest’ultimo, laureando in Giurisprudenza con specializzazione in diritto tributario e finanza pubblica, arriva in Consiglio «seguendo una vocazione avuta sin da bambino che mi ha portato a essere rappresentante degli studenti del Liceo Classico e poi vice presidente della Consulta studentesca provinciale», ma anche riavvicinandosi solo di recente all’impegno attivo. «Sono entrato nel Pd dopo il referendum del 2016 perché è la casa valoriale che meglio mi rappresenta e perché il momento era anche il miglior banco di prova per l’impegno che volevo assumermi e dare interpretando la politica come servizio». Tesi che è stata anche il suo slogan in campagna elettorale.
«È stato come tuffarsi in acqua la prima volta, difficile e divertente al contempo – sorride –. Ho ascoltato i consigli di tutti, ho raccontato chi sono, le mie idee e ho incontrato persone sia nelle piazze virtuali sia nei giardini di Ospedaletto, Coriano e Pianta, i miei quartieri. Ero imbarazzato nel chiedere il voto e ora che l’ho avuto ho la responsabilità di essere coerente e credibile per tradurre la stima personale in fiducia politica». Dall’opposizione, però, con quali sensibilità? «L’istruzione, le politiche giovanili , l’ambiente, la finanza pubblica e i diritti del lavoro direi, ma soprattutto mi aspetto di comprendere più a fondo la mia città». Per ritrovarla, poi, tra 5 anni, come? «Vorrei fosse una città della collaborazione come era indicato nel nostro programma».
La città del futuro
Visione prospettica sulla Forlì del 2024 che ora Lauro Biondi ha, nuovamente, dall’ottica di maggioranza. «Tra cinque anni vorrei vederla con una ritrovata identità e capacità economica, laboriosa, in cui ci sia di nuovo voglia di incontrarsi e incontrare gente in un centro vivibile e vitale. E poi con periferie sicure dove il terziario di servizio e l’agricoltura siano rilanciate». Temi sui quali il centrosinistra ha perso ora la sfida. «La bassissima attenzione dell’Amministrazione ha portato la sopportazione al punto di non ritorno – riflette Biondi –. Un sistema che dopo l’impennata espansiva del 1985 (accordo col Pri, ndr) è diventato solo gestione egemonica del potere». E con Gian Luca Zattini sindaco? «In campagna elettorale ho visto una voglia pazza di cambiamento e lui la interpreterà da persona moderata ed equilibrata qual è. Definirlo pericolo per la democrazia è come accomunare Gesù coi Bassotti e con Forza Italia in funzione di equilibrio, sostanza e contenuto della coalizione non c’è rischio. E poi ci sono io». Già e che Biondi sarà adesso? «Un collante, uno stimolo per i giovani, uno che però non cambia pelle e non rinuncia alla libertà. Dentro un partito che alimenteremo con nuove energie, idee e risorse anche grazie all’apporto di Simona Vietina, sarò tutto fuorché un populista o un qualunquista».

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