Un documento che funga da bussola orientativa tra i diversi servizi e progetti dedicati ai minori per dare a genitori, insegnanti ed educatori una risposta concreta alle singole esigenze. Sarà lanciata all’inizio dell’anno quello che è il frutto di un lavoro corale che da circa 12 mesi ha visto lavorare fianco a fianco numerose realtà ed istituzioni, tra le quali la Diocesi ed il Comune di Forlì, per fare rete e sostenere la crescita delle nuove generazioni laddove ci siano problematiche e fragilità.
«Da oltre un anno – spiega il vescovo, Livio Corazza – ci incontriamo ogni mese circa per trattare assieme il tema dei minori. Partendo dalle segnalazioni anche dirette che ci pervengono, ci ritroviamo per capire cosa fare. Da questi incontri nascono idee e proposte. Abbiamo così abbozzato una “bussola operativa” in cui i soggetti interessati, come genitori ed educatori, possano trovare i riferimenti a cui rivolgersi in caso di necessità».
«Il tavolo di confronto è nato anche dall’esigenza di mettere in relazione tutto quello che c’è in città per adolescenti, famiglie, bambini sul nostro territorio – spiega l’assessora Paola Casara –. Spesso non si conosce tutta la ricchezza che c’è, dai servizi educativi a quelli extra-scolastici, ai servizi sociali, a tutti gli attori che lavorano in questo segmento, che sono veramente tantissimi». Tanti i punti trattati durante gli incontri dai quali sono nate ipotesi di lavoro future.
«Il cambiamento che c’è stato anche nella nostra Forlì, è stato molto veloce – prosegue Casara –. Negli ultimi anni sono cambiati molto sia i ragazzi che le famiglie. Le fragilità sono aumentate e questo lo vediamo in maniera importante anche nel mondo della scuola, oltre che nel sociale. Abbiamo cercato di capire cosa si potrebbe fare di più per dare risposte rapide ma nello stesso tempo non superficiali, calibrate sui bisogni particolari. Dietro ogni caso c’è una storia, un percorso, una fragilità, ma anche degli incontri positivi, perché non sempre tutto è negativo. Altro elemento sul quale abbiamo lavorato è quello del comunicare meglio tutti i percorsi che ci sono per i minori perché sono talmente numerosi che a volte si crea disorientamento. Vogliamo invece fare delle mappature semplici per accorciare le distanze tra la famiglia che cerca aiuto e l’ente, piuttosto che l’associazione o la scuola, che può dare risposte».
«La mappatura – ha aggiunto l’assessora Angelica Sansavini – potrebbe evidenziare anche dei punti dove è necessario incidere maggiormente o avere una presenza ancora più attiva. Nei primi mesi dell’ anno verrà elaborata e divulgata per essere più vicini e incisivi rispetto ad insegnanti e famiglie. È come un piccolo Bignami che sappia indirizzare sul percorso più opportuno».