Forlì. Dall’amore alla paura: il calvario di una donna tra violenze, cocaina e terrore

«Io all’inizio ero innamorata. E poi, contemporaneamente, terrorizzata. Mi massacrava di botte ogni volta. Ma per un bel po’ mi guardavo bene dal denunciare in pronto soccorso che cosa in realtà mi era capitato». Una storia affettiva “tossica” (aggravata anche dalla dipendenza dall’uso di cocaina), quella che la vittima di un 40enne forlivese (L.F. in carcere da mesi in attesa di giudizio) ha raccontato a fatica nell’aula del giudice Andrea Priore durante la prima udienza di un processo in cui lei, coetanea dell’uomo, ha chiesto di poter testimoniare coperta alla vista dell’aula da un pannello. «Sto facendo un percorso psicologico da mesi per cercare di rasserenarmi e dimenticare quello che mi è stato fatto. Vederlo qui in aula mi creerebbe ancora delle problematiche» ha dichiarato facendosi scudo per non essere vista anche dal pubblico ministero Marina Tambini, dal difensore di parte civile Martin Benini (che rappresentava in aula il suo collega titolare della pratica, Roberto Fabbri) e dall’avvocato difensore dell’uomo Francesco Papiani. E dire che fino a poco meno di un anno fa la situazione era completamente diversa. «L’ho conosciuto a una serata con amici nell’agosto del 2024. A settembre stavamo già convivendo e tutto era molto bello». Una tranquillità apparente. Che nel giro di poco tempo, stando alle accuse di maltrattamenti che vengono esaminate in tribunale, si è trasformata ben presto in un incubo.
L’articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola