Forlì, Crai, sciopero dei lavoratori: “Un primo maggio alla porta” VIDEO

Forlì
  • 23 aprile 2024

Disponibilità ad assumere solo 12-14 lavoratrici e lavoratori invece di tutti e 21 come sembrava in un primo momento. Una decisione che ha portato alla rottura tra sindacati e nuovi acquirenti. Una giornata ricca di tensione e finita con una brutta notizia per i dipendenti del Crai di via Balzella al termine dell’incontro decisivo. I timori dei sindacati, espressi già al momento della notizia del passaggio dal gruppo del supermercato alla società cinese Mood Maison, si sono rivelati purtroppo corretti. Molti lavoratori dal 1 maggio rimarranno senza un lavoro. Per questo oggi sono stati decisi uno sciopero per l’intero turno di lavoro e un presidio davanti al punto vendita, al quale ha aderito anche il comitato No Megastore.

«Nuovo sciopero il 30 aprile

Durante l’assemblea con le lavoratrici e lavoratori si è deciso di proseguire lo sciopero e la lotta fino al 30 di aprile con presidi giornalieri dalle 12.30 alle 13.30 di fronte al punto vendita. «Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL - si legge in una nota - hanno chiesto in data odierna la convocazione urgente di un tavolo istituzionale in provincia per dirimere questa crisi aziendale, tenuto conto che siamo di fronte a lavoratrici e lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo più di 30 anni di servizio. La maggior parte sono donne in una fascia di età che non rende immediata e facile l’occupazione. In attesa di essere convocati dalle istituzioni continueremo a esprimere il nostro dissenso fino alla fine del percorso con Crai che ribadiamo si deve prendere le proprie responsabilità e le conseguenze delle scelte fatte».

«Confermati i nostri timori»

«Siamo indignati, i nostri timori si sono rivelati veri – dicono Mirela Koroveschi per Filcams Cgil, Matteo Fabbri per Fisascat Cisl e Anna Lisa Pantera per Uiltucs Uil, che hanno seguito la vertenza –. L’azienda subentrante Mood Maison ha dichiarato un esubero di quasi il 50% del personale all’interno di quella che doveva essere un passaggio lineare e “pulito” come da normativa 2112 del codice civile. Di pulito non c’è stato niente fin dal principio. Da subito questo passaggio presupponeva la perdita di professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati e ora, dopo vari incontri e insistenze di chiarezza da parte nostra, il sipario è calato ed è stato dichiarato la disponibilità ad assumere 12-14 lavoratrici e lavoratori a fronte dei 21 coinvolti. Amaco Crai si cela dietro il formale passaggio fatto senza prendersi la responsabilità della loro scelta e della modalità messa in campo. Quelli che in prima istanza ci sono sembrati licenziamenti celati oggi sono licenziamenti reali voluti da Crai che ha preso gli incassi della vendita ed ha abbandonato i suoi dipendenti. E’ inaccettabile che ancora una volta siano i lavoratori e le lavoratrici a perderci, non lo permetteremo. Metteremo in campo tutte le nostre risorse chiedendo supporto tutte le istituzioni e i nostri legali affinché tutti si prendano le loro responsabilità». All’interno del punto vendita ci sono lavoratrici e lavoratori con anzianità anche di 30 e 38 anni, con un età che varia dai 50 ai 62 anni, con limitazioni dovuti anche al lavoro usurante e carichi familiari importanti, alcuni monoreddito. «Esprimiamo la massima vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori – aggiunge il comitato No Megastore – e siamo dispiaciuti di apprendere quanto la massiccia e strabordante presenza di attività commerciali del medesimo settore tutte a ridosso della stessa area, la via Bertini, che ha visto nel volgere di pochi anni l’insediamento di altri tre importanti punti vendi di altrettante sigle della grande distribuzione. “Aldi”, “Md” e “Eurospin”, stiano iniziando a palesare la propria dannosità in primis proprio nei confronti dei lavoratori stessi. La dequalificazione e l’inevitabile riduzione dei dipendenti è qualcosa per il quale dovremmo tutti mobilitarci e far sentire la nostra voce».

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