Forlì, consiglio tra variazione di bilancio e mozione sulla Palestina
Nel consiglio comunale di martedì, dopo le polemiche sui lavori alla palestra della ginnastica di via Isonzo il colpo di scena è arrivato in occasione della votazione per la corposa variazione di bilancio (per oltre 27 milioni di euro complessivi), al cui interno, solo per citarne alcuni, ci sono 10 milioni di euro per la ristrutturazione di alloggi Acer, il Museo della ginnastica ma anche quei progetti di housing first e stazione di posta in corso Garibaldi e via Marsala, bocciati già in giunta dalla Lega. In questa occasione, però, il Carroccio ha espresso un voto positivo all’intera variazione avallando di fatto i servizi di accoglienza per senzatetto in centro storico. «Votiamo a favore della variazione – motiva il capogruppo della Lega, Albert Bentivogli –, nonostante continuiamo a non essere d’accordo sulla collocazione del servizio di posta e di housing first. Non abbiamo mai messo in discussione la qualità in sè del progetto». Tutto è nato dal fatto che il centrosinistra unito ha richiesto il rinvio del voto, chiedendo di scorporare il documento per argomenti. «Ci troviamo in difficoltà – mettono in luce Pd, Movimento 5 Stelle, Avs e RinnviAmo Forlì –. All’interno della variazione ci sono tematiche che meriterebbero il nostro voto favorevole, ma altre sulle quali siamo totalmente in disaccordo». Fatto sta che la proposta della minoranza non è stata accolta e la variazione è passata con i soli 18 voti della maggioranza. L’opposizione compatta, invece, non ha partecipato al voto.
Sempre nel consiglio, dopo che in diversi hanno accolto l’appello dell’Unione degli universitari Forlì, di Forlì Città Aperta e Collettivo studentesco per la Palestina Forlì di partecipare al presidio organizzato sotto al Municipio, all’interno dell’assise cittadina si è dibattuta della mozione di “Cessate il fuoco” in Palestina e Libano proposta dalla consigliera Diana Scirri (Avs). Durante il voto il consigliere del Pd, Alessandro Gasperini chiede «di esprimere un voto di coscienza», mentre Fabrizio Ragni (Fdi) dice: «Rimandiamo al mittente la mozione, ne presenteremo un’altra libera da ideologia e che invoca alla pace». A questo punto viene chiesta la sospensione della seduta per confrontare i due testi. Alla fine la maggioranza presenta 5 emendamenti. Di fatto la mozione viene approvata con un testo stravolto e senza l’ok della minoranza.