Forlì, condanne per complessivi 18 anni alla baby gang

Forlì
  • 19 luglio 2025

Baby gang tunisina in azione a Forlì, sia in centro che nel forese. Circa 20 episodi tra furti, rapine e lesioni. Commessi prevalentemente nelle zone a ridosso delle stazioni ferroviarie, di quelle dei bus e non lontano da centri commerciali. Armati di coltelli e tirapugni, con un’aggressività esagerata almeno se rapportata ai bottini non certo milionari ai quali arrivavano. A volte poche centinaia di euro in contanti. A volte smartphone, biciclette o beni di consumo. Un vero e proprio pericolo sociale, secondo le accuse arrivate in udienza preliminare e a sentenza ieri nell’aula del Gip Elisabetta Giorgi.

Dopo indagini portate a termine alla Squadra mobile erano stati arrestati lo scorso fine marzo. E quasi tutti sono arrivati ieri in Tribunale ancora in manette: dalle varie carceri in cui sono stati distribuiti in regione per tenerli separati.

Dieci le ordinanze di custodia che furono eseguite allora. Due di questi giovanissimi, tutti tunisini di nascita, stanno affrontando da pochi giorni un processo in Rito immediato nell’aula del presidente Monica Galassi. Uno ha patteggiato nella mattinata di ieri sempre davanti al Gip.

Altri sei sono stati giudicati con sentenza letta nel tardo pomeriggio, con pene in quasi tutti i casi più alte di quelle che anche la Procura (pm Emanuele Daddi) aveva chiesto per tutti. La condanna più elevata per le violenze inflitte alle sue vittime e per la ferocia nelle aggressioni eseguite, è stata letta nei confronti di Abdel Errahmen Romdhani, 20 anni compiuti a febbraio, ufficialmente senza fissa dimora. In generale tutti gli accusati risultano senza una casa stabile e molti all’epoca degli arresti, si disse, non lavoravano e vivevano in alloggi di fortuna. Il 20enne dovrà scontare 5 anni e 8 mesi di reclusione.

Tutti gli imputati sono stati giudicati in Rito Abbreviato e quindi per tutti la pena letta è comprensiva di un terzo di riduzione per il rito alternativo di giudizio scelto.

Quattro anni e 6 mesi la sentenza per Omar Otay, che di anni ne ha 19 (difeso dall’avvocato Renata Colopi del Foro di Bologna); 4 anni per Mohamed Seddik Gemiri, difeso dall’avvocato Marco Baldacci. Due anni e 6 mesi di reclusione la pena letta per Jasser Grayaa, 23enne difeso dall’avvocato Enrico Granieri. L’unico rimasto sotto la soglia dei due anni di reclusione tra i condannati è Nabil Guemri, 21enne, difeso dall’avvocato Giorgia Mariani. Per lui una pena di un anno e 6 mesi.

C’è stata anche una assoluzione: arrivata per il 22enne A.A, difeso dall’avvocato Morena Daiano. È l’unico che tornerà libero da qualsiasi obbligo con la giustizia. Mentre per tutti gli altri ancora reclusi, in attesa di depositare eventuali richieste d’Appello che saranno formulate solo dopo la lettura delle motivazioni della sentenza, sono stati chiesti dalle varie difese affievolimenti della custodia, sotto forma di arresti domiciliari da parenti ed amici. molti dei quali avevano ieri accompagnato, attendendo fuori dalle porte dell’udienza, i propri conoscenti e parenti nella speranza di poter scambiare con loro un saluto.

Dalle ordinanze di custodia scattate a marzo manca un decimo giovane tunisino. Rimasto per ora latitante e quindi lontano dalla sorte giudiziaria toccata ai co-indagati.

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