Forlì, condannato a tre anni per violenza sessuale

Forlì
  • 23 luglio 2025

L’aveva pedinata da un locale del centro. E dopo averla molestata ed essere arrivato al suo scopo sessuale le ha anche rubato il telefono per impedirle di chiedere aiuto.

È stato condannato a 3 anni di reclusione ieri mattina nell’aula di tribunale del presidente Monica Galassi,(giudici a latere Marco de Leva e Andrea Priore) un 25enne di origini senegalesi, senza fissa dimora in Italia ma da tempo gravitante nella zona di Forlì.

I fatti risalgono alla fine di luglio del 2024 quando Isine Fall stava trascorrendo una serata in uno dei tanti locali del centro. È qui che aveva adocchiato quella che sarebbe diventata poco dopo la sua vittima: una donna di poco più grande di lui (difesa per parte civile dall’avvocato Luigi Ciocchetti).

Secondo le accuse che sono state sostenute in aula dal pm Federica Messina l’uomo, anche dalla testimonianza resa dalla vittima nel corso delle udienze passate, aveva cercato nell’ambito della serata trascorsa nel locale di avvicinare più volte la donna per conoscerla.

Lei lo aveva sempre respinto e sperava di esserselo definitamente “tolto di torno” offrendogli una sigaretta da fumare e con la quale lo straniero (difeso dagli avvocati Michele Ricci e Francesca Versari) era uscito dal locale ma con in testa tutt’altro che non concludere la sua serata e le molestie alla donna.

Quando lei era uscita dal locale per guadagnare la strada di casa si era accorta che da lontano il 25enne la seguiva. Aveva cercato di guadagnare spazio e tempo avvicinandosi a zone di solito maggiormente frequentate. Ma era quasi l’una della notte. Ed in giro non c’era nessuno.

Lui l’aveva raggiunta, l’aveva costretta contro una parete di un ex hotel e senza neppure tentare di toglierle i vestiti le si era “strisciato addosso”, masturbandosi, fin quando non aveva ottenuto la soddisfazione che cercava. Quando la donna era riuscita a scappare si era resa conto che, prima di lasciarla andare, lui le aveva anche portato via lo smartphone (mai ritrovato). Una manovra per cercare di ritardare il fatto che potesse chiamare i soccorsi. Quando le forze dell’ordine erano intervenute, anche grazie alle telecamere di sicurezza della zona, avevano individuato il 25enne. Le cui tracce di Dna erano presenti sui vestiti della donna, repertati durante la visita in Pronto soccorso per la violenza e le molestie subite.

Tutti elementi che hanno contribuito alla sua condanna. Una volta identificato il 25enne (incensurato) non ha mai negato di essere stato il protagonista dell’accaduto. La condanna è stata di 3 anni di reclusione. Con 5 anni di interdizione dai pubblici uffici ed un risarcimento alla parte civile quantificato in 6mila euro.

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