Forlì. «Ciao Giulia, eri un vulcano, non ti dimenticheremo». Il saluto degli amici e del fidanzato alla ragazza uccisa dal treno

Forlì

«Vorrei raccontarvi chi fosse Giulia e dirvi quanto il suo sorriso fosse contagioso, di quanto fosse vivace e di quanto amasse la vita . Giulia era rara, sapeva prendere la rincorsa per farti un abbraccio».

Sono queste le parole che un’amica di Giulia Valgimigli, la 25enne forlivese travolta e uccisa dal treno mercoledì a Pinarella, ha usato per descriverla ieri nel giorno del suo funerale. «I nostri giri in camper – ha proseguito – dovete sapere tutti, nonno Ettore compreso, che quel giorno ci siamo preparati una scorta di cibo per fare Forlì-Castrocaro. Ciao Giulia – ha concluso l’amica in lacrime – tua sorella, per sempre, sempre, sempre».

Una cerimonia celebrata all’interno della chiesa San Giovanni Evangelista le cui panche non sono state sufficienti per accogliere le tantissime persone accorse per darle un ultimo saluto e stringersi attorno ai familiari straziati dal dolore. Tantissimi gli amici con gli occhi pieni di lacrime e lo sguardo smarrito di chi, impotente, deve affrontare un dolore tanto grande quanto improvviso. Sul feretro i fiori gialli e viola e la foto sorridente di Giulia.

«Io Giulia ti ho conosciuto quando avevi 16-17 anni ed eri già un vulcano, lo sei sempre stata – ha detto un altro amico –. Arrivava, ti abbracciava e ti tirava delle “panacche” che ti rivoltava. Io Giulia voglio ricordarla così, non ci sarà un singolo giorno della mia vita in cui potrò dimenticarti». Poi a prendere la parola è stato il fidanzato che era a pochi passi da lei prima che venisse travolta dal treno: «Guardo tutte queste facce e la prima cosa che penso è che Giulia ci direbbe di essere più sorridenti – ha detto –. È entrata nella mia vita come un raggio di sole nel buio pesto e me l’ha completamente cambiata. Era una ragazza con un cuore unico, riusciva a mettere chiunque altro al primo posto, un amore così non l’ho visto mai in nessuno. Sgridava il nonno quando non l’ascoltava, era unica. Era capace di dare una carezza ad un ramo spezzato. Non ci sono parole per descrivere il dolore che tutti stiamo provando, sta provando la sua famiglia. Sono stato con lei fino all’ultimo, non ho solo perso la mia ragazza ma anche un’amica, il pavimento sul quale la mattina poggiavo i piedi perché sapevo che era lì. Il suo ricordo sarà eterno e porterà gioia e luce ogni volta che la penserò. A tutti voi chiedo di ricordare Giulia esattamente come era con sorriso e sempre battuta pronta. Ciao amore».

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