Forlì. Chiude l’edicola Cicognani-Bottoncini in piazza Saffi: era aperta dal 1908

Forlì

«Spero solo che questa attività che gestiamo da generazioni, non finisca con me». La storica piazza Saffi sta per perdere un altro riferimento: il prossimo 30 aprile abbasserà per sempre la serranda l’edicola Cicognani. La signora Liana, l’ultima titolare, getta la spugna dopo ben 62 anni di servizio dietro quel bancone, iniziato che era ancora una ragazzina, in appoggio alla nonna Giuseppina Zaccheroni in Bottoncini e poi alla mamma Iolanda. L’edicola Cicognani è l’ultimo avamposto dell’impero Bottoncini, avviato nel 1908 e capace di raggiungere fino a cinque punti vendita, tutti in centro storico: «Ricordo che la nonna operava davanti al forno Genovese, in via delle Torri, mentre la zia Germana era in Largo De Calboli. Sotto il loggiato comunale c’era la distribuzione dei giornali: si entrava in un portoncino tuttora esistente e si scendeva in magazzino. Poi c’era questa edicola, più piccola dell’attuale e tutta in legno». Anche la mitica Veneranda, prozia della signora Liana, è stata parte integrante della “saga” dei Bottoncini, tutti giornalai: per oltre 50 anni, prima e durante l’ultima guerra, ha urlato a tutte le ore le testate dei giornali del tempo (Domenica del Corriere, Giornalino dei Piccoli e Resto del Carlino), pedalando in lungo e in largo per Forlì a cavallo della sua sgangherata bicicletta, dotata di un grande portapacchi anteriore, pieno di giornali coperti con un telo cerato e tenuti fermi con delle camere d’aria usate. Ne parlano Elio Santarelli e Wainer Vitali, nel libro “Mezzo secolo dell’Ascom di Forlì”: nella scheda di esercenti e negozi tra fine ’800 e primi del ’900 è, infatti, riportata anche “L’edicola della Veneranda”, avviata nel 1918 da Carlo Galeati e la moglie Veneranda Strocchi in piazzale del Lavoro.

Nella sua vita lavorativa, un edicolante è tenuto ad alzarsi all’alba e chiudere al tramonto, in tutte le stagioni, col caldo e col freddo. Fino a pochi anni fa «ne valeva la pena», oggi non più: «E’ tutto cambiato – ammette Cicognani - i giovani stanno sempre attaccati al cellulare e non leggono più i giornali, le spese sono tante e i guadagni sempre più ridotti». Negli ultimi tempi, Liana ha aperto l’edicola la mattina, per poi lasciarla al figlio nelle ore pomeridiane: «Ha già il suo lavoro ben avviato e non ha alcun interesse a continuare questa attività». Per un po’, dopo essere andato in pensione dal suo lavoro in Polizia, la signora è stata aiutata anche dal marito Carlo, fino alla sua scomparsa, nel 2015. Non sono pochi i clienti che negli ultimi mesi hanno provato a far desistere Cicognani dal proposito, ma invano. La chiusura della sua edicola ridurrà ulteriormente i punti vendita di giornali in piazza Saffi e in genere nel centro storico: «Spero solo che non decidano di rimuovere anche questo chiosco e che qualcun altro possa continuare il mio lavoro. Magari un giovane, che sappia ravvivare questa attività altrimenti destinata a scomparire».

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