Forlì, Chirurgia senologica reparto d‘eccellenza e sempre più attivo

Forlì
  • 17 giugno 2024

Nel 2023 sono state oltre 1.300 le donne prese in carico dalla chirurgia senologica di Forlì, Ravenna, Cesena e Faenza, centro di eccellenza a livello nazionale. Sono stati eseguiti 971 interventi per il trattamento chirurgico del tumore della mammella, 200 quelli di chirurgia ricostruttiva e circa 150 quelli di patologia benigna. Sono questi i numeri della chirurgia senologica diretta da Annalisa Curcio, direttore dell’Unità operativa complessa di chirurgia senologica. «Abbiamo sottoposto ad intervento chirurgico anche alcuni pazienti di sesso maschile – spiega –: il tumore della mammella maschile è una patologia rara, ma presente, spesso associata a una mutazione genetica che può determinare un alto rischio di insorgenza del tumore nell’ambito della famiglia. Nel primo trimestre 2024 si registra un aumento dell’attività, degli interventi chirurgici e delle visite specialistiche presso la nostra Unità operativa: sono stati già trattati complessivamente 260 pazienti con tumore della mammella ed eseguiti circa 60 interventi ricostruttivi, registrando un aumento dell’attività chirurgica del 7,6% rispetto al primo trimestre 2023. Abbiamo eseguito anche molte più visite ambulatoriali con un incremento dell’attività di circa il 12%. Questo trend in aumento della nostra attività, rispetto allo scorso anno, è associato soprattutto all’incremento dell’attività di chirurgia ricostruttiva, nel tentativo di recuperare il lungo periodo di interruzione legato alla pandemia da Sars Covid ma anche alla afferenza di pazienti provenienti da altre province e regioni, che in numero crescente si rivolgono al nostro Centro, attratte dalla qualità del percorso offerto». Le pazienti maggiormente colpite sono quelle di età superiore a 60 anni, seguite da cittadine con una età compresa tra i 50 e i 59 anni. «La nostra Unità operativa – prosegue – è riconosciuta tra i Centri di riferimento nazionali per il trattamento del tumore della mammella e la gestione dei tumori ereditari e questo comporta un maggior flusso di pazienti più giovani, a volte giovanissime».

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