C’è un fenomeno che sta attraversando la cultura pop e il mercato musicale con la forza di una vera e propria onda nostalgica: il ritorno delle musicassette, quei rettangolini di plastica pieni di musica che per farle partire dovevi infilare una matita in uno dei due fori per regolarizzare l’avvio. Ricordate?
Il ritorno delle musicassette è molto più di una semplice moda passeggera: rappresenta l’incontro tra memoria, ricerca di esperienze sonore alternative e dinamiche di mercato che premiano l’autenticità e la storia. Resta da vedere se questa passione saprà consolidarsi nel tempo o se si tratta di una bolla destinata a sgonfiarsi, ma una cosa è certa: il fascino delle cassette, oggi come ieri, continua a far battere il cuore degli appassionati.
Ed è quello che è successo non ad un appassionato, ma un addetto ai lavori: il direttore artistico del mitico Naima jazz club di Forlì (oggi Naima Fondation), Michele Minisci, coi suoi 40 anni di concerti di jazz con le più grandi star internazionali di questa musica, il quale ha scoperto di avere tra le mani un vero e proprio “tesoro”. Ma sentiamo la sua storia.
“E’ stato un puro caso, dopo un trasloco e un cambio di residenza - dice Michele Minisci - ritrovare la collezione delle vecchie musicassette, relative al concorso nazionale per gruppi jazz emergenti, organizzati dal mio Club dal 1985 al 1995. Questa preziosa collezione, di oltre 2.000 pezzi, è il risultato del Concorso Nazionale per giovani musicisti e cantanti emergenti di Musica Jazz che il mio Naima club ha proposto per dieci anni, con una giuria selezionatrice di alto livello, presieduta dal giornalista di Radio Uno Rai, Adriano Mazzoletti, e svariati giornalisti della carta stampata. In alcune di queste edizioni hanno partecipato giovani musicisti oggi diventati famosi, come Roberto Gatto, Gegè Telesforo, Roberta Gambarini, e tantissimi altri oggi sulla cresta dell’onda, come i foltissimi gruppi di musicisti bolognesi e fiorentini, tra cui anche quel talentuoso pianista, Luca Flores, morto suicida nel 1995, su cui Walter Veltroni ha scritto un bel libro e il regista Riccardo Milani ha tratto il film “Piano solo”. Giovani musicisti emergenti che hanno costituito, naturalmente, la storia dell’evoluzione della musica jazz nel nostro paese, in tutte le sue ricerche, escursioni e divagazioni musicali. Un tesoro quindi inestimabile per la storia della musica jazz italiana. Dobbiamo però purtroppo constatare - sottolinea con un certo rammarico Minisci - che è totalmente mancata, in questo decennale concorso, la partecipazione dei giovani cantanti jazz maschi, per poter ritrovare, finalmente, il nuovo Crooner italiano, dopo la scomparsa dei mitici Bruno Martino e Nicola Arigliano. Questo fatto potrebbe essere l’occasione per organizzare insieme al Ministero della Cultura un grande Festival di voci nuove di jazz, e offrire come premio al vincitore uno stage di 15 giorni sulla voce in una famosa Scuola di New York con cui siamo da tempo in contatto. Ed ho citato non a caso il Ministero della Cultura in quanto qualche anno fa ho donato al ICBSA, l’Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi, organismo all’interno di questo Ministero, le oltre 2.000 Cassette ritrovate”.
Dal 2001 al 2009 Minisci ha organizzato a Forlì, dove ha vissuto per circa 40 anni, mentre da oltre un anno è ritornato nella sua Calabria, un Concorso nazionale dedicato alle giovani “cantantesse” jazz emergenti, denominato “Donne jazz in blues”, con un bel premio per le vincitrici: uno stage sulla voce per 15 giorni in quel di Los Angeles, e alcune di loro, oggi diventate quasi famose, vivono tra New York, Chicago e New Orleans.