Forlì, caso Pedri: la Procura fa appello contro l’assoluzione

La Procura di Trento dice no all’assoluzione del primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu dalle accuse di maltrattamenti nei confronti del personale medico del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara, la struttura dove lavorava anche Sara Pedri, la ginecologa forlivese scomparsa il 4 marzo 2021, dopo le sue dimissioni dall’azienda sanitaria.
In primo grado il giudice Marco Tamburrino aveva escluso l’esistenza di un “clima tossico” nel reparto, definendo l’atteggiamento di Tateo come «autoritario ma non penalmente rilevante». Il giudice aveva attribuito le tensioni a elevati carichi di lavoro e all’ambizione di costruire un reparto d’eccellenza. Il sostituto procuratore Maria Colpani, che ha condotto l’indagine e sostenuto l’accusa, contesta duramente le motivazioni del giudice, evidenziando nel ricorso come non siano state considerate le prove presentate dall’accusa e le testimonianze delle parti civili, ritenute invece inattendibili. Il documento della Procura sottolinea una presunta mancanza di un reale confronto tra le versioni dell’accusa e della difesa, contestando l’esclusione delle ipotesi di stalking e maltrattamenti, soprattutto in considerazione del rapporto gerarchico tra i medici coinvolti.