Forlì. Camera di Commercio della Romagna: da Rimini arrivano le critiche alla gestione Battistini dopo le dimissioni di Albonetti

Le dimissioni del segretario generale della Camera di Commercio della Romagna, Roberto Albonetti, sono arrivate come un tornado anche nel Riminese, ignaro di tutto, e riaprono vecchie ferite, mai rimarginate completamente. Ferite che spingono i vertici istituzionali ed economici della Riviera ad interrogarsi, una volta in più, sui vantaggi che la fusione del 2017 ha concretamente portato al territorio. Albonetti si trasferisce in Emilia, ma all’orizzonte c’è una convenzione tra l’ente camerale della Romagna e quello dell’Emilia che gli permetterebbe di tenere i piedi in due staffe. «Non accetteremo mai un segretario a mezzo servizio – sbotta il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad -: la Camera di commercio ha un ruolo troppo importante per l’economia e per il futuro imprenditoriale di un’area così vasta da poter pensare di essere guidato in modo part time: un po’ in Romagna e un po’ in Emilia. E se a questo ci aggiungo le varie dimostrazioni di scarsa attenzione nei confronti del nostro territorio ripetutesi in questi ultimi mesi, spontaneo mi viene di dire: adesso basta». E’ un fiume in piena Sadegholvaad, al quale fa eco l’irritazione della presidente dell’Associazione albergatori riminesi, Patrizia Rinaldis, per 5 anni (dal 2017 al 2022) membro della giunta camerale e attualmente consigliera: «Sarebbe già pronta una convenzione per dare la possibilità ad Albonetti di operare tra Romagna ed Emilia. Spero solo che sia uno scherzo! Comunque, dico al presidente Battistini che abbiamo un dirigente che potrebbe tranquillamente ricoprire il ruolo di segretario facente funzione in attesa della nomina da parte del Ministero del nuovo segretario». Otto anni fa, al momento dell’avvenuta fusione, la nuova Camera di commercio inglobò un territorio comprensivo di 56 Comuni con oltre 730mila abitanti e quasi 100mila imprese capace di creare un Pil annuale di 19,5 miliardi di euro. «Attenzione però – sottolinea Sadegholvaad -, perché all’atto della fusione l’allora Camera di Commercio di Rimini portò in dote al nuovo Ente un patrimonio enorme, costituito dal Palacongressi, dalla Fiera e da un indotto economico commerciale importante come quello degli eventi. E quindi mi chiedo: tutto questo è stato ripagato? Ha ancora senso questa nostra presenza in Camera di Commercio?» Anche perché l’Ente camerale si regge grazie alle risorse provenienti dal diritto annuale pagato da tutte le imprese che hanno sede principale e unità locali nel territorio di Rimini, di Cesena e di Forlì. «Mi viene allora da pensare: - stigmatizza il presidente della Provincia di Rimini -: quanto da noi riversato, in termini di patrimonio e quote d’iscrizione degli imprenditori, ci è tornato indietro in partecipazione e supporto territoriale? No! Non ci è assolutamente tornato indietro. E faccio alcuni esempi». Sadegholvaad elenca quelle che considera solo alcune delle più gravi mancanze che la Camera di Commercio ha avuto per Rimini.
«Passi l’ultima, di poche settimane fa, relativa alla cancellazione del contributo di 3mila euro per “P.Assaggi di vino”, evento enogastronomico promosso dalla filiera vitivinicola riminese, che dimostra, comunque, se ce ne fosse ancora bisogno, quel disinteresse che tutti noi abbiamo notato nei confronti del territorio. Ma, più grave, è dover constatare la mancanza di aiuto e di collaborazione sui fondamentali strategici, come l’Università e il Piano strategico, fino alla ventilata uscita da Rimini congressi, la holding di Ieg, la cassaforte della Fiera e del Palacongressi». E continua Sadegholvaad: «Nell’ultimo anno e mezzo, come città abbiamo subito due penalizzazioni importanti: l’uscita della Camera di Commercio dalla Fondazione Piano strategico e la mancata partecipazione, comunicataci, peraltro, all’ultimo momento, all’acquisizione, insieme ad UniRimini, di un prestigioso immobile nel centro storico adibito a biblioteca universitaria. Risultato? Come Comune siamo dovuti intervenire per coprire parte del milione di euro di spesa».