Forlì. Bancarotta fraudolenta, tre società del gruppo Barcia davanti al giudice

Forlì
  • 29 marzo 2024

Bancarotta fraudolenta. Con questa accusa è iniziato davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Forlì, Ilaria Rosati, il processo che vede come imputati gli amministratori di 3 società della famiglia Barcia, nota nel campo della ristorazione forlivese. Nel dettaglio si tratta delle ditte “Barcia ristorazione nord ovest srl”, “F.lli Barcia srl” e “Barcia ristorazione nord est srl”. I tre amministratori avevano già subito processi dai quali erano usciti assolti negli anni scorsi: la “Fratelli Barcia srl” con il suo legale rappresentante era stata assolta dall’accusa di non aver versato le ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei propri dipendenti, per un valore di oltre 130mila, mentre “Barcia Ristorazione nord ovest” e “Barcia ristorazione nord est” erano state assolte dall’accusa di aver evaso l’Iva e l’Ires e omesso di versare le ritenute. Le società, difese dagli avvocati Lisa Maltoni (le prime due) e Gianluigi Biondi (la terza), erano riuscite a dimostrate con la loro istruttoria l’assoluta e incolpevole carenza di liquidità della ditta, dovuta ad una grave crisi economica, con conseguente impossibilità di pagare il debito. Da quella crisi era comunque arrivato il fallimento delle tre società, dichiarato nel 2015. In questo nuovo filone, secondo l’accusa della Procura, rappresentata dal sostituto procuratore della Repubblica Laura Brunelli, gli imputati avrebbero occultato documenti contabili e avrebbero aggravato il dissesto finanziario con trasferimenti di denaro ad altre società della famiglia per oltre 2 milioni di euro, oltre a non avere adempiuto ai versamenti tributari e previdenziali per 3 milioni e 400mila euro. Nella prima udienza del nuovo processo per bancarotta fraudolenta c’è stata anche la costituzione di parte civile da parte del curatore fallimentare. L’udienza è stata poi aggiornata al 17 luglio.

La ditta “Fratelli Barcia srl” e le due aziende collegate sono state una realtà storica nel territorio forlivese nel mondo della ristorazione sin dal 1960 vantando un’esperienza più che cinquantennale con una produzione giornaliera di circa 30.000 pasti distribuiti in più di 20.000 stabilimenti nel territorio del nord e centro Italia. Il procedimento nasce da un’indagine della Guardia di Finanza del 2013. Secondo l’accusa le società presentavano puntualmente le dichiarazioni annuali dei redditi anche se indicavano importi del tutto irrisori, quel che secondo loro bastava per non essere classificati e selezionati come “evasori totali”.

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