Forlì, anziano caduto in una clinica: la famiglia ottiene risarcimento

Forlì
  • 21 giugno 2025

Un risarcimento di 20.800 euro circa a moglie e figlia dell’anziano morto pochi mesi dopo una caduta, mentre si trovava degente in una clinica privata forlivese, che avrebbe aggravato il suo quadro sanitario. Lo ha stabilito il giudice Valentina Vecchietti nel procedimento civile intentato, attraverso l’avvocato Daniele Mezzacapo, dalla famiglia di un 86enne scomparso nel 2019, pochi mesi dopo un infortunio che gli era occorso in una clinica privata dove era ricoverato per un decadimenti cognitivo. Una caduta da un letto, quando, secondo la famiglia, non era vigilato come raccomandano le linee guida. La caduta con frattura del femore e altri traumi avrebbe portato a un drastico aggravamento delle condizioni dell’anziano, scomparso pochi mesi dopo per un insieme di patologie. Il legale Mezzacapo ha rappresentato davanti al giudice civile moglie e figlia dell’uomo.

«Importante pronuncia del Tribunale di Forlì in materia di responsabilità sanitaria - ha detto al termine l’avvocato Mezzacapo -. Il Tribunale di Forlì ha accolto integralmente le domande risarcitorie, riconoscendo la responsabilità di una struttura sanitaria per la grave omissione di misure preventive nei confronti di un paziente in stato di fragilità e decadimento cognitivo, che ha subito lesioni gravi a seguito di una caduta evitabile. La decisione riafferma con chiarezza il principio di responsabilità contrattuale delle strutture sanitarie per il mancato rispetto delle linee guida e delle buone pratiche clinico-assistenziali, soprattutto in riferimento alla prevenzione degli eventi sentinella. È un passaggio giurisprudenziale significativo in materia di tutela della persona ricoverata e dei suoi diritti. Con il mio studio abbiamo curato l’intera difesa con il consueto rigore tecnico, dedizione e senso di responsabilità, accompagnando la parte assistita in ogni fase del procedimento, dalla consulenza tecnica preventiva fino alla sentenza di merito. Un lavoro fondato su studio, determinazione e profondo rispetto per il dolore umano che certi casi portano con sé. Particolarmente toccanti sono stati i messaggi di stima e riconoscenza ricevuti dalla cliente al termine del processo, che ha espresso parole di profonda gratitudine per l’impegno, la sensibilità e la competenza dimostrati nel perseguire giustizia per il proprio congiunto. Un risultato che, al di là del risarcimento ottenuto, restituisce valore al ruolo dell’avvocato come presidio di tutela dei diritti fondamentali».

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