Forlì. Anna Rita Balzani lascia dopo 10 anni la guida dell’Edera: “Motivi personali, ma il mio impegno nella società continua”

Forlì
  • 29 novembre 2023

Dopo 10 anni alla guida dell’Edera atletica Forlì, Anna Rita Balzani lascia il ruolo da presidente dell’associazione sportiva dilettantistica ma il suo è tutt’altro che un addio. Rimarrà, infatti, all’interno del consiglio direttivo seppur passando il ruolo da presidente a chi in questi anni è stato suo vice, Marco Alunni. Nonostante il cambio di vertice, dunque, nulla cambierà nell’attività dell’associazione che, negli anni, ha visto salire sul podio delle gare nazionali ed internazionali numerosi atleti. Una lunga attività, in cui non sono mancate pagine meno felici come la diatriba con la “rivale” cittadina, Libertas atletica, per la gestione del campo di atletica Gotti, finita anche nell’aula del Tar di Bologna. Il cambio di vertice è avvenuto a fine ottobre ma, di fatto, l’impegno e gli obiettivi verso cui mirare rimangono i medesimi.

Anna Rita Balzani, per quale motivo ha deciso di dare le dimissioni?

«Le motivazioni sono professionali: potrebbe nascere una sorta di incompatibilità professionale per un incarico che mi dovrebbe arrivare quindi ho preferito evitare e ho deciso di rassegnare le mie dimissioni a fine ottobre. Rimarrò comunque all’interno del consiglio direttivo».

Da quanto tempo era alla guida dell’associazione?

«Dieci anni, quindi era anche ora».

È un periodo di tempo certamente lungo ma che bilancio ne fa?

«Abbiamo cercato di fare tanto e parlo al plurale perché non sono da sola ma c’è un consiglio direttivo e tante persone che magari non hanno carica sociale ma che quotidianamente sono al campo e che lavorano. La cosa bella è che quando ho iniziato, l’input era quello di cercare di avere una pista nuova. Poi la pista è arrivata e c’è stata una grande crescita a livello societario come numeri. Abbiamo cercato di puntare molto su tutte le attività giovanili ma quello in cui ho sempre investito è la qualità dei tecnici. Sono insegnanti sempre impegnati nell’attività giovanile, quindi con minorenni, e ci vuole per questo una certa professionalità. Io per questo mi sono sempre battuta. Adesso, infatti, ho tanti ragazzi laureati che quotidianamente svolgono l’attività e infatti i numeri si sono visti perché la crescita dei centri di avviamento allo sport sono aumentati. Secondo me anche il discorso qualitativo, in questo senso, ha fatto la differenza».

Cosa le ha dato maggiore soddisfazione durante le sua attività?

«Io non faccio la mia attività per ottenere dei campioni ma per far stare bene i ragazzi. Al campo si sta bene perché vedo i ragazzi, che magari non hanno risultati eclatanti dal punto di vista agonistico, allenarsi quotidianamente tanto che sembra che debbano fare il record del mondo. In realtà stanno “semplicemente” bene: si sono creati tanti gruppi e sono felice per questa attività che è, poi, un’attività sociale. Lo sport è questo».

Come disciplina può essere approcciata anche in età adulta o è prettamente giovanile?

«L’ atletica non ha età. Io sono dell’idea che chi inizia con l’atletica può fare qualsiasi sport. Chi fa altri sport, invece, difficilmente potrà fare atletica: per me la differenza sta tutta qui. Io, ad esempio, con la mia attività agonistica iniziai che avevo 14 anni quindi non da bambina come magari qualcuno può pensare. Poi magari c’è chi inizia prima e dipende anche dalla crescita strutturale della persona e da tanti altri fattori».

Tra i vostri iscritti avete anche chi ha iniziato da ragazzino ed è cresciuto all’interno della società?

«Solo per fare un esempio e parlare di una persona in particolare che adesso è la nostra punta di diamante, Carlotta Fedriga, è venuta al campo che aveva 5 anni. È logico, poi, che le qualità o le hai o non le hai».

Dunque il suo non è un addio alla squadra: guardando al futuro quali traguardi vede?

«In questi 10 anni ho portato due campionati italiani cadetti, il campionato italiano su strada dei 10.000, abbiamo fatto tante gare a livello regionale e nazionale. Quindi il nostro input è continuare con i numeri ma lo sport non è solo agonismo: si porta infatti dietro tutti i valori che sono unici da tutti i punti di vista».

Chi è stato eletto al suo posto?

«Marco Alunni che da vicepresidente passa a presidente. Sabato scorso abbiamo fatto una festa con tutte le premiazioni sociali. Abbiamo premiato 25 ragazzi perché abbiamo tantissimi atleti: 3-4 a livello nazionale e internazionale e tanti a livello nazionale che ha fatto competizioni anche importanti. È stato il primo anno che abbiamo premiato tanti atleti».

La fascia d’età degli atleti è abbastanza ampia dunque?

«Certamente. Abbiamo le giovanili che impegnano i ragazzi in attività scolastica quindi, circa dai 6 anni fino ai 15 anni. Poi inizia tutta l’ attività agonistica fino ai 30 anni. Infine ci sono anche i “master, ovvero anche quelli che non smettono mai».

Quindi possiamo dire che il consiglio è stato rinnovato ma l’impegno rimane gli stessi?

«Sì, assolutamente. C’è un input che io ho dato e al quale tengo tanto ed è il memorial Casamenti, che di solito facciamo ad ottobre ed è dedicato ad nostro tecnico che è venuto a mancare ma che abbiamo tutti nel cuore. Vorrei farlo crescere».

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