Forlì. Andrea Amadori, figlio di Dino, scende in politica per la prima volta a sostegno del sindaco Zattini

Forlì

Un primo nome di peso tra i candidati della lista “La CivicaForlì Cambia” a sostegno dell’attuale sindaco Gian Luca Zattini. È quello di Andrea Amadori, medico di ginecologia e ostetricia, uno dei figli del compianto oncologo Dino Amadori padre di Ior e Irst. Professionista con 25 anni di esperienza, con particolare attenzione nell’attività lavorativa al percorso ginecologico oncologico, «forse, anzi certamente, per una contaminazione familiare, ma soprattutto perchè in ogni contesto mi piace che ci sia impegno, ma anche felicità, e l’unico reparto in ospedale dove ci sono sia impegno e felicità è l’Ostetricia ginecologia, dove si possono vedere persone che portano fiori, felici per una nuova vita» ammette Amadori. Un’esperienza che lo ha portato a creare da zero il percorso onco-ginecologico che si è poi integrato nel contesto dell’Area Vasta e con rapporti con i centri del settore più importanti d’Italia. A questo si è aggiunta l’attenzione verso i gruppi di volontari, pazienti ed ex pazienti, dai quali negli ultimi anni si è formato ed è cresciuto il gruppo dell’associazione Loto, che individua, sostiene e indica i centri di trattamento onco-ginecologici di eccellenza.

Dottor Amadori, cosa l’ha spinta a scendere in campo per Zattini?

«Non ho mai avuto esperienze politiche e in questo momento il mio sostegno al sindaco Zattini è da un punto di vista personale. Mi è piaciuta la trasversalità del progetto di Zattini, che non ha un reale colore, ma vede l’idea di rete, di collaborazione fattiva, come unica soluzione per una evoluzione della città. Ho visto l’allargamento della coalizione a persone che la pensano in maniera diversa, ma il non essere chiusi dentro le proprie idee arricchisce una persona. Questo confronto ha permesso alla città di crescere in maniera esponenziale negli ultimi 5 anni. Da cittadino esterno ma interessato ho percepito e usufruito di tutti i vantaggi di questa nuova Forlì. Mi sembrava giusto indicare questo mio gradimento mettendoci anche la mia persona. Sono incuriosito e guardo con timore un mondo che non è mio, ma credo che sia stato vissuto così da tutti quelli che fanno parte della lista civica di Zattini».

Come è nata l’idea e il suo rapporto con Zattini ?

«Gian Luca ci è stato sempre vicino, da quando l’ho conosciuto, per tutte le cose belle e meno belle che sono accadute nella nostra famiglia. Ha apprezzato dal punto di vista delle idee e delle prospettive mio padre e questo mi ha permesso di farmi conoscere da lui. Un’intesa che si è tradotta, da quando mio padre non c’è più, in un rapporto personale: è sempre stato attento alle nostre iniziative, anche dal punto di vista del volontariato e sociali con l’associazione “Dino Amadori Ets”. Questo denota una persona che sta attenta alle professionalità e personalità che esistono nella sua città».

Il suo bilancio di questi 5 anni non può essere che positivo, quindi?

«Abbiamo avuto 2 anni di lockdown dove tutto era bloccato, quindi una crisi economica globale, poi l’alluvione. Sono stati tutti elementi che potevano essere presi come comodi alibi per dire che Forlì era ferma, in realtà la città è cresciuta, basta pensare all’Università, alla crescita dell’attività del terziario, ai cantieri ovunque, alla qualità della vita, alle piste ciclabili, pensiamo a quello che è stato fatto in piazzale della Vittoria e viale della Libertà, oppure ai progetti per la Ripa e corso della Repubblica».

Cosa può portare lei in caso di elezione?

«Non so come potrei sviluppare le mie idee perchè dobbiamo avere ancora un incontro con Zattini e Paola Casara, che devono coordinare la direzione e la strategia alla quale mi atterrò. Penso di poter portare la mia esperienza civica e professionale, ascoltando tutte le idee. Proverò a sostenere il fatto che la sanità è una risorsa importante, ma lo è a 360 gradi, nessuno deve essere considerato inferiore agli altri. Mi piacerebbe apportare con la mia esperienza un aiuto su come può essere gestita la sanità locale, se questo può essere utile per Forlì. Ma ci sarà modo di approfondire prima con la squadra di Zattini come procedere».

Il suo studio professionale è in centro storico, luogo interessato da tanti discorsi su degrado e sicurezza.

«E’ obiettivo che ci siano cose che devono continuare a cambiare. Il centro può e deve migliorare ulteriormente. Vedo i cantieri aperti come segnali di un cambiamento che prosegue. Servono almeno due mandati per cambiare le cose».

Cosa pensa direbbe suo padre Dino?

«Mio padre sarebbe felice di vedere ciò che sta succedendo, perchè era una persona che amava moltissimo la vita all’aria aperta, la sua città, avrebbe voluto tutti questi cambiamenti. L’università, ad esempio, ha portato vita. La facoltà è importantissima e ha arricchito anche l’attività del nostro ospedale».

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