Forlì, allarme sulle condizioni di lavoro nella sanità per il sindacato Uil Fpl

Il caldo che in questi giorni ha stretto la morsa ha messo in difficoltà gli operatori sanitari che lavorano nei padiglioni vecchi del “Morgagni-Pierantoni”. Sono, infatti, numerose le segnalazioni che ha ricevuto la Uil Fpl Forlì. «I padiglioni più vecchi e le strutture più datate ora soffrono più di altre – spiega il segretario, Michele Bertaccini –. Su tutte il padiglione Allende o il Valsalva per i quali è sempre più urgente un vero e proprio investimento di completa ristrutturazione».
Tra le maggiori criticità segnalate nel Forlivese, i mezzi aziendali datati, in alcuni casi di oltre 24 anni, in forza al servizio di assistenza domiciliare integrata (Adi). «C’è stato l’inserimento di un certo numero di infermieri e alcune Oss che ha permesso un inizio del periodo feriale – prosegue Bertaccini – ma dopo mesi di forte stress non è certamente sufficiente. Restano inoltre, numerose criticità legate alla difficoltà di coprire in modo e tempi utili le normali assenze che si verificano. La sfida sempre più evidente è, anche a Forlì, quella di conciliare tempi di lavoro con vita privata. Su questo aspetto non si può più chiedere al personale di fare sacrifici privati, servono risposte».
Rimanendo in tema di risposte, sono state insufficienti secondo la sigla sindacale quelle ricevute in merito al nuovo contratto collettivo nazionale della Sanità pubblica tanto che è stato firmato da tutti i sindacati tranne Uilfpl e Fp Cgil. Alla base della mancata firma ci sono motivazioni di merito: «In busta paga chi lavora in sanità si troverà aumenti tra i 30 ed i 50 euro da tassare ovviamente – spiega Bertaccini –. Di fatto poco più di 3 pacchi di pannolini e 3 di salviette per neonati per chi come me è abituato a spese per bimbi piccoli. Non abbiamo problemi a dire che un simile risultato, ottenuto dopo gli anni della pandemia, è del tutto insufficiente. Con una perdita del potere di acquisto quasi del 17% con questo rinnovo si recupera poco più del 5». Secondo la sigla sindacale, mancano poi risorse concrete per la contrattazione di secondo livello, diminuiscono quelle per le prestazioni orarie aggiuntive, manca il riconoscimento di intere figure, attese da anni, come quella dell’autista soccorritore e nulla si muove per la valorizzazione di professioni come quella dell’ Oss. Per quanto attiene al mondo infermieristico ancora peggio dato che è stata istituita la figura dell’assistente infermiere che a nostro avviso rischia di penalizzare fortemente la professione – prosegue il segretario della Uil Fpl Forlì –. Chi conosce il modo sanitario sa bene come il punto critico sono in molti contesti gli organici spesso corti se non insufficienti. Su questo versante si giocano le vite di pazienti quanto di chi lavora in sanità. Il silenzio o l’assenso sul disinvestimento in questo senso è veramente preoccupante. Questi non sono risultati che possiamo condividere, ragioni economiche e contrattuali, di merito, sono le motivazioni per le quali non siamo né saremo d’accordo. Questa è la strada giusta per la privatizzazione della sanità e per promuovere la fuga di professionisti dal pubblico. Di certo assieme a FP Cgil siamo fuori da questo contratto e non credo proprio che sarà una cosa “silenziosa”: penso che ci aspettano mesi molto molto caldi”.