Dal cibo alle cure veterinarie: l’inflazione si abbatte sui proprietari degli animali. Almeno 600 euro l’anno per un cane

Forlì

L’inflazione non risparmia il settore dedicato agli animali domestici pesando sulle tasche delle famiglie che contano al loro interno anche membri a quattro zampe. Secondo l’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca Emg Different, considerando tutte le spese di mantenimento, ovvero dal cibo al veterinario fino alle assicurazioni e agli accessori, ogni anno per mantenere un cane servono in media quasi 600 euro, poco meno di 390 euro, invece, per un gatto. Se si considera poi che in Italia una famiglia possiede, in media, due animali emerge come il mantenimento dei Pet sia una spesa importante all’interno del budget familiare: si va dai 780 euro ai 1.200 euro in base alla specie a cui appartiene l’amico a quattro zampe posseduto.

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Il caro ciotola

Più della metà (59%) di coloro che ne possiede uno, ovvero oltre 11 milioni di italiani, ha ammesso di aver riscontrato - nell’ultimo anno - rincari nei costi di mantenimento dell’animale. A registrare gli incrementi maggiori è stata la spesa destinata al cibo: 9 proprietari su 10 hanno dichiarato che il prezzo degli alimenti è la voce aumentata di più, seguita dal veterinario. «Anche i nostri fornitori - afferma Luca Venturini, presidente dell’Ordine dei medici veterinari della provincia di Rimini - hanno rincarato i prezzi quindi anche l’acquisto di farmaci e materiale chirurgico costa di più. Di conseguenza, anche noi veterinari abbiamo dovuto ritoccare i listini». Così come sono aumentati i costi tra gli scaffali dei supermercati, anche l’alimentazione dedicata a cani e gatti ha visto schizzare verso l’alto i listini anche se, ultimamente, la corsa al rialzo si è fermata: «Per quanto riguarda il nostro settore - spiega Stefano Benazzi, titolare di Badiali Pet Food - abbiamo sofferto dal 2021 fino a tutto l’anno successivo. L’anno tragico in termine di aumento delle materie prime ma anche di scarsa reperibilità dei prodotti si è registrato nel 2022. Nel nostro settore eravamo abituati a tenere i prezzi fermi anche per più di un anno ma l’anno scorso, per queste ragioni, non si è potuto fare diversamente. Da gennaio di quest’anno, i prezzi si sono calmierati».

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Gli accessori

È d’obbligo fare una distinzione tra alimenti per animali e accessori: «Per quanto riguarda il cibo - continua Benazzi - è difficile tornare ai prezzi precedenti perché i costi energetici trainano i listini. Non solo l’energia ma anche i cereali risentono gli effetti della guerra in Ucraina. Anche quando c’è un leggero calo delle materie prime questo è sopperito dai costi energetici così come da quelli del gasolio che incide sui costi di distribuzione». Diversa la situazione per gli accessori: «In questo settore - spiega - percepiamo un graduale ribasso dei listini e si sta cercando di ritornare a quelli pre covid». Durante la pandemia, si è registrata un’esplosione dei costi del noleggio dei container dove vengono stoccate le merci importate. «C’è stato un aumento di 10-12 volte rispetto al costo normale di noleggio. I classici tappetini assorbenti per cani, ad esempio, per sei mesi non sono stati importati dalla Cina perché il noleggio costava più della produzione quindi era impossibile importarli e poi venderli. Ora però i listini stanno tornando indietro».

A caccia di sconti?

Anche in tempi di crisi in cui è necessario stringere un po’ la cinghia per arrivare a fine mese, sono tante le persone che non sono disposte a rinunciare a prodotti di qualità da mettere nella ciotola di Fido. «Nel nostro territorio si è cercato in tutte le maniere di andare incontro al consumatore - assicura il titolare di Badiali - attraverso, ad esempio, promozioni dedicate e buoni per cercare di calmierare un pochino i prezzi. Il pet è ormai uno di famiglia quindi sicuramente la tendenza è quella di continuare con il tipo di alimentazione che si adottava prima dei rincari anche se è un dato di fatto che, nel secondo semestre del 2022, una percentuale clienti ha fatto un passettino indietro e prende magari un sacco di crocchette che costa 10-12 euro in meno specie chi ha cane di media o grossa taglia o ha più animali». «Chi tiene a cuore il proprio animale continua a starci dietro - conferma Venturini -. Come medici veterinari sottolineiamo sempre il valore della prevenzione anche per avere un impatto minore sull’economia della famiglia».

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