Bonfiglioli Forlì, allarme dei sindacati

FORLI’. Forte allarme per il futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento Bonfiglioli di Forlì. La FIOM-CGIL di Forlì-Cesena, la UILM-UIL di Forlì insieme alla RSU aziendale hanno diffuso una nota congiunta in cui denunciano con forza la loro «crescente preoccupazione» per la situazione del sito forlivese.
Secondo le sigle sindacali, da mesi si starebbe assistendo a una «progressiva delocalizzazione delle linee produttive verso l’India», una scelta che, a loro avviso, «mina le prospettive industriali e l’occupazione nel nostro territorio». A destare ulteriore inquietudine tra i lavoratori è una voce «sempre più insistente» riguardante il possibile trasferimento all’estero di una commessa fondamentale per lo stabilimento forlivese, quella per il cliente John Deere.
La situazione interna viene descritta come caratterizzata da una «grave inefficienza organizzativa». La pianificazione della produzione sarebbe «disfunzionale, rendendo sempre meno proficuo produrre nello stabilimento forlivese», e la gestione delle risorse umane «inadeguata». A tutto ciò si aggiungerebbe una «totale assenza di investimenti in formazione, sia per i lavoratori che per i ruoli di coordinamento», una mancanza che «pesa ogni giorno sul clima interno e sulla qualità del lavoro».
I sindacati lamentano anche il trasferimento di dirigenti che negli anni passati avrebbero «contribuito alla tenuta e allo sviluppo del sito», sostituiti da figure che, secondo la loro valutazione, «non sono all’altezza delle sfide industriali che Forlì richiede». La situazione sarebbe peggiorata al punto che «preposti e addetti in mansioni strategiche preferiscono andarsene in altre realtà, cosa impensabile fino a qualche anno fa».
Le rassicurazioni e le promesse non sarebbero più sufficienti. «Da anni sentiamo parlare di investimenti che si traducono nell’arrivo di pochi prodotti, mentre i nuovi macchinari generano scarti anziché rilancio», affermano con frustrazione le organizzazioni sindacali, esprimendo il timore che si stia «preparando il terreno per il ridimensionamento dello stabilimento forlivese».
Tuttavia, la risposta dei lavoratori e del sindacato è ferma: «Ma noi non staremo a guardare. Non permetteremo che Forlì venga svuotata e sacrificata in nome del profitto». L’avvertimento alla proprietà è chiaro: «Se l’azienda pensa di poter spegnere un presidio industriale storico, troverà di fronte a sé la mobilitazione compatta dei lavoratori, del sindacato, di un intero territorio. Siamo pronti a lottare con ogni mezzo necessario: nelle fabbriche, nelle piazze, nelle sedi istituzionali».
Il messaggio conclusivo è un monito diretto: «Che sia chiaro alla proprietà: Forlì si difende».