Per Magalotti pena di 5 anni e 9 mesi

Forlì
  • 17 ottobre 2023

Cinque anni, nove mesi e 15 giorni. Questa la condanna, con rito abbreviato, emessa ieri pomeriggio contro Flavio Magalotti, ex dirigente dell’Ufficio tecnico e Lavori pubblici del Comune di Modigliana, accusato di peculato, truffa, falso e turbativa d’asta nella vicenda degli appalti gonfiati nel comune del comprensorio forlivese. L’udienza di ieri davanti al giudice per le udienze preliminari Ilaria Rosati è servita non soltanto per giudicare con rito abbreviato Magalotti, che non era stato ammesso al patteggiamento nonostante avesse versato 140mila euro oltre alla rinuncia del Tfr, ma anche gli altri due imputati per i quali non era stato deciso il patteggiamento, vale a dire Rolando Albani (difeso dall’avvocato Sabrina Mancini) e Ilario Albonetti (avvocati Marco Mercatali e Francesca Silvestroni) entrambi assolti da tutti i reati perchè il fatto non costituisce reato, essendone riconosciuta la buona fede per le fatture emesse a un imprenditore.

I patteggiamenti

Sempre ieri sono stati definiti anche gli altri sette patteggiamenti delle persone rimaste coinvolte, tutti con pene sospese: 1 anno e 10 mesi a Stefano Fabbri, ex presidente del Forlì Calcio e imprenditore edile, difeso da Fabrizio Bellavista; 2 anni a Stefano Cavina, imprenditore edile di Tredozio tutelato da Lorenzo Valgimigli; 1 anno e 4 mesi per Gilberto Fabbri (avvocato Carlo Spagnoli), 1 anno 2 mesi e 20 giorni per Gianluca Rossi (avvocato Jonata Peperoni), 1 anno e 4 mesi ciascuno per Roberto Rossi e Angelo Lorusso (avvocato Gianluca Betti), 1 anno e 5 mesi per Giuseppe Schiavo (avvocato Enrico Ferri). Magalotti dovrà anche risarcire in via provvisionale con 50mila euro l’amministrazione comunale di Modigliana per la quale, in poco più di un anno sono state accertate distrazioni di denaro pubblico per 150mila euro: sarà la Corte dei conti a dover stabilire il danno di immagine subito dal Comune di Modigliana, costituitosi parte civile con l’avvocato Matteo Olivieri (Magalotti è stato condannato anche al pagamento della costituzione di parte civile pe 3.252 euro). Per l’ex funzionario, che ieri ha reso spontanee dichiarazioni per circa un’ora, anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’incapacità perpetua di contrattare con la pubblica amministrazione. Scontata appare, una volta conosciute le motivazioni per le quali il giudice si è presa 90 giorni, la richiesta di appello che sarà presentata dagli avvocati Vittorio Manes e Marco Martines. Se anche il terzo grado di giudizio confermerà la condanna a 5 anni, 9 mesi e 15 giorni, per Magalotti si apriranno le porte del carcere. Considerando la scelta del rito abbreviato che comunque garantisce uno sconto di pena, per Magalotti, cui sono contestati un centinaio di capi di accusa (per i quali solo in un caso è arrivata l’assoluzione), la pena di partenza era ancora più alta.

Il fatto

Si è quindi arrivati alla conclusione di un caso che ha sconvolto il piccolo comune montano. L’indagine trae origine da un esposto presentato nel 2019 dalla neo insediata amministrazione del Comune di Modigliana, grazie all’assessora Stefania Fabbri, il cui merito è stato riconosciuto anche nelle udienze, che ha rivelato una rete di connessioni fra una decina di imprenditori e l’ex capo area comunale, finalizzata ai reati di peculato, falso e turbativa d’asta negli appalti (Magalotti e Cavina) e incarichi comunali, con distrazioni accertate di circa 150mila euro di denaro pubblico in oltre cento condotte delittuose contestate nel corso di poco più di un anno. Lavori di manutenzione, forniture, interventi per l’ex macello, scuole, fognature, illuminazione pubblica, parchi, cimitero, sostituzione di pneumatici ai macchinari comunali e altre riparazioni, che erano pagati ma non svolti. A volte i lavori erano affidati due volte, con altrettanti pagamenti da parte del Comune. L’ex funzionario Magalotti ha risarcito il Comune di Modigliana con 140mila tra versamenti e rinuncia al Tfr: i suoi legali avevano depositato una memoria difensiva nella quale viene ribadito lo spostamento tra i diversi capitolati di spesa della spesa comunale per eseguire i lavori, una procedura che non sarebbe estranea alla vita amministrativa pubblica. Il gup Rosati, però, non ha riconosciuto corretta la procedura e nonostante le attenuanti generiche ha condannato a 5 anni, 9 mesi e 15 giorni Magalotti (il pubblico ministero Laura Brunelli aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi senza attenuanti). Dalla lettura delle motivazioni si avrà un quadro più chiaro del calcolo della pena inflitta a Magalotti, che dopo aver scontato 5 mesi di arresti domiciliari dovrà sperare in una riduzione della condanna in Appello per evitare di finire in carcere.

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