Alluvione, Cgil Forlì-Cesena: tante cerimonie ma l’indignazione resta

Forlì
  • 15 maggio 2024

“Non basteranno cerimonie, statue, convegni, a cancellare la verità, la sofferenza, l’indignazione”. La Cgil di Forlì-Cesena alza la voce rispetto ai numerosi appuntamenti di domani, giovedì 16 maggio, per ricordare l’alluvione in Romagna a un anno di distanza. Rimarcando che “non ci sono serviti ‘generali’, le cose anche nel nostro territorio provinciale, hanno funzionato”. Ma servono “urgentemente risposte”. Infatti “restano le difficoltà e le fragilità esasperate dalla catastrofe”, così come “le promesse non mantenute”, mentre si rivendicano “le risposte più banali, più essenziali, più scontate che ancora non si vedono”. Il sindacato è sceso “in piazza più volte” a fianco delle persone che hanno subito le conseguenze di frane e alluvione e di tante associazioni, comitati e movimenti per chiedere al governo “dove sono finiti quegli aiuti, quei rimborsi al 100% promessi”. La realtà, prosegue la Cgil, parla di case e attività commerciali di numerosi alluvionati dove “i lavori per ripartire non sono terminati, non sono arrivati i ristori e mancano le condizioni per tornare alla vita prima del 16 maggio 2023”. Per ripartire, prosegue, non sono serviti “comandanti in capo”, gli amministratori si sono messi a disposizione, hanno fatto sistema, non si sono chiusi nei palazzi. Ma ora occorre rendere indennizzabili i beni mobili e gli elettrodomestici, semplificare le procedure, creare uffici commissariali nel territorio, dotare gli enti locali di personale tecnico, amministrativo e specialistico. Centinaia di volontari di diverse età, di tutta l’Emilia-Romagna e di tutta Italia, ricorda il sindacato, sono arrivati in Romagna, “un gruppo eterogeneo che non smetteremo mai di ringraziare perché ci hanno aiutato a reagire davanti ad una catastrofe che ci pone con forza di fronte alla realtà del cambiamento climatico e della necessità di modificare urgentemente il nostro modello di sviluppo”. Aiutare la popolazione, conclude la Cgil, si è rivelato “ancora più complesso” per via di “importanti carenze decisionali che abbiamo registrato in quelle giornate”, da parte della Prefettura per la mancanza di evacuazione dei luoghi di lavoro già alle 13 del 16 maggio e di quei Comuni dove si sono registrate “importanti lacune e dove diventa urgente rivedere i piani emergenziali”.

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