Forlì, Zattini: “Timore per i fiumi, la Regione faccia presto”


Dopo la pandemia, la guerra e ora l’alluvione. Per il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini – come per tanti suoi colleghi – un percorso amministrativo lastricato di sorprese poco piacevoli. «Sono situazioni che ti provano – ammette – ma ovviamente metti in conto che ci possano essere. Questa è una sindacatura particolarmente difficile. È compito delle Amministrazione far fronte anche alle situazioni di crisi». Con un occhio al futuro, anche se l’alluvione di maggio ora è la base di partenza.
Sindaco, dal punto di vista umano cosa l’ha colpita di più?
«L’entità del disastro che ha subito la città, che è sotto gli occhi di tutti. Il fatto di dover piangere anche dei morti e soprattutto la consapevolezza che sarà un percorso molto molto difficile, complesso e lungo»
L’alluvione è sembrata aver spaccato in due la città: i quartieri alluvionati e quelli no.
«Certo, il giorno dopo l’alluvione in alcune zone di Forlì si faceva l’aperitivo, mentre in altre si piangevano i morti. Purtroppo la città ha vissuto una spaccatura netta. Nel giro di 50 metri passavi dalla tragedia alla normalità».
Due le critiche che sono state mosse da più parti all’Amministrazione: la mancanza di un censimento dei danni e la mancanza di un confronto con il Comune. Quale è la sua risposta?
«Il censimento dei danni sta andando avanti, già un censimento è la stessa attività dei servizi sociali che hanno in preso in carico e stanno prendendo in carico le situazioni più complesse. L’arrivo di tutti i questionari Cis rappresentano fino ad oggi il quadro di quelle che sono le richieste danni con anche la conferma di quanto è stato vissuto da tutte le famiglie. Dal punto di vista dell’attività in tutti questi mesi, fino a metà di luglio, abbiamo lavorato con due Coc (Centro Operativo Comunale, ndr) al giorno in cui si affrontavano le tematiche emergenziali e si mettevano sul tavolo gli interventi per la messa in sicurezza e per il recupero delle strutture pubbliche fondamentali per la ripresa. Molti si sono dimenticati che la prima battaglia incredibile è stata ripristinare il sistema fognario, perchè senza quello ogni cosa non aveva senso. Il nostro sistema fognario oggi al 99% per cento è tornato in funzione. Per quanto riguarda il rapporto con le persone, noi i confronti li facciamo con i quartieri, con le associazioni, con i gruppi. Ovviamente credo che la prima cosa sia non fomentare i momenti di scontro e di crisi. La gente è giustamente arrabbiata quindi momenti in cui si dà la possibilità di acuire il dissidio e le differenze a mio avviso non sono produttivi per niente, sono solo situazioni in cui si fa prevalere l’aspetto emozionale, divisivo rispetto a quelli che sono gli obiettivi di tutti, cercare di dare risposte ai bisogni della gente».
Molte critiche sono rivolte alla manutenzione dei fiumi.
«Lo ripeto: i fiumi sono di competenza della Regione, nel bene e nel male il Comune non ha nessuna competenza rispetto ai fiumi. Se sono stati sistemati bene è un merito della Regione, se sono stati sistemati male è un demerito della Regione. Se gli argini hanno retto è un merito della Regione, se non hanno retto è un demerito della Regione. Se i fiumi, come molti sostengono, sono stati manutentati in maniera indecente, bisogno rivolgersi alla Regione. Noi del Comune sulla rete dei canali, sulle bonifiche, non abbiamo competenze».
Per l’autunno e l’arrivo delle piogge ha qualche timore?
«Ho timore che ci siano gravi ritardi nei lavori che la Regione avrebbe dovuto fare in maniera più celere, più rapida, investendo anche mezzi propri per superare le difficoltà potenziali. Io sto visitando tante zone in cui il sistema degli argini è ancora a terra come era a terra tre mesi fa. Quindi il mio è un invito a prendere in esame il fatto che prima di tutto è necessario rimettere in sicurezza il territorio, perlomeno nelle condizioni pre alluvione. I lavori devono essere fatti anche pensando a un miglioramento, però siccome il tempo è poco, almeno ripristiniamo quello che abbiamo perso con l’alluvione. E non mi sembra che ci siano la velocità e le dimensioni di intervento che un tema del genere richiederebbe».
Passiamo al Pnrr, siete preoccupati del possibile cambio di rotta e dell’arrivo di meno soldi?
«Al momento non abbiamo notizie di situazioni che mettano in dubbio quello che il Comune stava mettendo in campo, quindi da questo punto di vista non ho particolari preoccupazioni. Ovviamente la mia preoccupazione riguarda la tempistica molto stretta del Pnrr per i lavori già programmati e che andranno cantierati nelle prossime settimane e mesi».
Già adesso ci sono tanti cantieri che cambieranno il volto della città.
«Sicuramente abbiamo decine e decine di milioni di euro di investimenti programmati con il Pnrr e vorrei fare un inciso importante: tutto quello che è speso in questi cantieri, non è spostabile. Sento tante persone dire “perchè quei soldi non li usate per l’alluvione?”, semplicemente non è possibile, chi ha un minimo di competenza amministrativa sa che quei soldi hanno dei vincoli stringenti. L’alternativa è rinunciarvi».
Qual è il cantiere a cui tiene di più?
«Il cantiere cardine, soprattutto per quello che riguarda l’impatto sulla vita dei cittadini, è quello di corso della Repubblica. Il cantiere che ha una strategia enorme per la vita culturale della città è quello per ridare vita al palazzo del Merenda, che è il cuore attorno al quale girano tutti i progetti di recupero culturale della nostra città. Altri lavori importanti sono il completamento del San Domenico e dell’ex Gil, che avranno risvolti importanti nel contesto del completamento dei siti culturali della città. Non dimentichiamoci che stiamo portando a termine un progetto antico che è il museo della ginnastica che era il sogno di Bruno Grandi. Noi dobbiamo rispetto un grande forlivese che fece tanto per la città e che purtroppo è stato bistrattato».
Da questo punto di vista ci sono novità sulla tempistica o dipende dal Coni?
«L’assessore Melandri è andato più volte a Roma, siamo in contatto con Malagò (presidente del Coni, ndr) e con la famiglia Grandi, e aspettiamo di capire quali saranno le risposte che avremo dal Coni e dalla Federazione della Ginnastica rispetto a determinate esigenze per il completamento. Quello che stiamo pensando esula dal vecchio museo statico, che non funziona più: proponiamo musei interattivi, dinamici che abbiano una grande attrattività per le nostre scuole, e che possano evolvere come evolve la nostra società».
Il nuovo Auditorium della musica segue questa strada?
«Si tratta di un progetto che va nell’ottica dell’eccellenza. Vogliamo creare un luogo per e con la musica, che però sia un’eccellenza, ci sono tutte le condizioni tecniche, logistiche e ambientali perché diventi una chicca, qualcosa di unico in Romagna e forse anche nel panorama nazionale».
Da osservatore esterno come ha vissuto i problemi dell’aeroporto tra ritardi nei voli e cambi di compagnie?
«L’aeroporto ha avuto una sfortuna enorme perchè appena riaperto è arrivato il Covid che di fatto ha azzerato per un paio di anni l’attività. Adesso noi abbiamo una proprietà che sta investendo e sta potenziando quella che è l’attività classica dell’aeroporto, intercettare rotte per chi parte e chi arriva. Noi puntiamo forte sul concetto di polo aeroportuale perchè attorno ai temi della manutenzione, dello sviluppo della ricerca e dei rapporti con le imprese dell’aerospazio e l’università crediamo ci siano i veri motori dello sviluppo di queste tematiche nel Forlivese. Non abbiamo più un’idea di competizione con Rimini o con chicchessia. Forlì ha la sue vocazioni, ha tutte le opportunità per una crescita importante nei prossimi anni».
Dal punto di vista economico si è discusso tanto di salario minimo e reddito di cittadinanza.
«Qui non abbiamo credo fenomeni di sfruttamento del lavoro, mentre il reddito di cittadinanza nel Forlivese e in Romagna non ha l’impatto sociale che ha in altre zone d’Italia. Noi siamo pronti a far la nostra parte e sostenere le fragilità che emergeranno, ma in una città dove il tema non è tanto trovare lavoro, ma le imprese che non trovano i lavoratori, credo possa risolversi in maniera abbastanza indolore».

Commenti

  1. Signor sindaco faccio presente che se dal governo non arrivano soldi alle regioni queste non possono fare i lavori che sia io che lei stiamo chiedendo. Lo stanziamento è stato fatto, cosa si aspetta per l’erogazione? Che ricominci a piovere?
    Altro punto, i ristori per cittadini e attività? Nessuno più neppure ne parla! Siamo cittadini di serie B? In fondo al governo c’è il suo partito, dovrebbe essere il partito del fare, no! Grazie

  2. X quanto riguarda la manutenzione dei fiumi, sara’ che e’ di competenza regionale, ma riguarda un discorso piu’ ampio. Negli ultimi decenni i vari enti sulla sicurezza idro geologica hanno sempre denunciato il fatto che gran parte del territorio italiano e’ ad alto rischio. Ma nessun governo, né di centro-destra ne’ di centro-sinistra ha mai dato tanta priorità a questo problema. Oltretutto proprio il governo Meloni ha avuto la brillante ideona di tagliare i fondi contro il dissesto idrogeologico dal pnrr, dicendo che i soldi verranno presi da altri fondi, ma senza specificare da dove…. Ma quando nello scorso mese di settembre c’e’ stata un’altra grave alluvione nelle Marche, con morti e danni, come mai la destra non ha fatto nessuna polemica? Ah gia’e’vero, nelle Marche governa fratelli d’italia….In più x i soldi richiesti dall’Emilia Romagna anche x rifare meglio le opere idro geologiche, la meloni nella sua lettera surreale ha risposto che in Romagna abbiamo troppa fretta!!!!!!!!!!!

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