Forlì, Vicini: "Siamo al picco dei contagi, attendiamo la discesa"

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Vicini al picco, o forse già al culmine della quarta ondata pandemica, e probabilmente anche in prossimità dell’imbocco della discesa della curva e anche la sanità forlivese aspetta fiduciosa che tutto ciò si verifichi realmente.

Intanto, però, tira già un piccolo sospiro di sollievo perché l’impatto sull’ospedale dell’elevatissimo numero di contagi giornalieri non è quello temuto settimane fa. Lo conferma Claudio Vicini, direttore del Dipartimento testa-collo dell’Ausl.

Professore, l’attuale ondata pandemica è vicina a toccare il suo punto culminante?

«Siamo in una situazione che definirei di plateau oscillante, ossia non siamo più nella fase crescente dell’evoluzione epidemiologica, ma ancora non abbiamo iniziato la discesa e, questo, si evince soprattutto nella fotografia che possiamo scattare in ospedale dove i ricoverati sono, comunque, significativamente inferiori a quelli della primavera scorsa. Lo definirei un andamento a fisarmonica e probabilmente è già il picco, anche se non aguzzo come si potrebbe pensare: staremo ancora giorni in questa situazione».

E poi come potrebbe svilupparsi la discesa?

«Rapida, tanto quanto veloce è stata la crescita dei contagi a causa di una variante tra le più infettive mai viste. Questo, però, non dovrà indurci ad allentare del tutto i cordoni della borsa. Anche se aumentano i vaccinati e questi sono meno contagiosi, apprezzo la prudenza e il rigore che il nostro Governo sta ancora avendo. Non scordiamoci che in Austria è adesso che scatta l’obbligo vaccinale, questo deve ammonirci».

In questo momento il 99% dei positivi è in isolamento domiciliare: la variante Omicron si è dimostrata effettivamente meno pericolosa?

«C’è uno grossa fetta di asintomatici, ma la suscettibilità è molto varia anche sulla base di una popolazione con status vaccinale assai differenziato. Io, però, vedo ricoverate tante persone con malattia grave, quasi tutte non coperte dal vaccino, e ricordo che di Covid si muore ancora».

Però l’ospedale di Forlì non è gravato come si temeva.

«E’ stato gestito in modo intelligente, modulare, e c’è disponibilità di ulteriori posti per pazienti Covid, ma credo e spero non ce ne sarà bisogno. Non siamo andati in affanno come sarebbe potuto accadere e come è accaduto nei primi mesi del 2021».

E il personale? Tra medici e infermieri positivi o in quarantena, siete in emergenza?

«No, non lo siamo. Ammetto che temevo di peggio, ma ormai un’emergenza anche sotto l’aspetto del personale che possa mettere in crisi l’erogazione dei servizi non me l’aspetto neanche più vista l’evoluzione pandemica.

E’ vero, però, che dopo due anni a tappare falle di continuo, siamo tutti molto stanchi e provati».



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