Forlì. Vendemmia in arrivo, poco vino ma di ottima qualità

Poco vino ma di alta qualità. È questa la previsione condivisa dai produttori di vino che quest’anno sono stati duramente colpiti dal maltempo e dai danni diretti e indiretti legati all’alluvione che ha impedito l’accesso ai campi specialmente in collina. Una perdita che Coldiretti regionale quantifica in un danno complessivo stimato pari al 35% su una superficie di circa 2.500 ettari di vigneti della Romagna. La zona maggiormente interessata è quella della pianura forlivese e ravennate in parte il bolognese dove a soffrire sono stati principalmente i vigneti di Trebbiano e Sangiovese. Piogge torrenziali e frane, con un danno del 25-30% hanno poi riguardato i vigneti di Albana, Sangiovese e Chardonnay. «Preoccupa – spiega Coldiretti Emilia Romagna – soprattutto la situazione delle aziende biologiche della zona, con perdite di prodotto che arrivano anche al 50%».

«Le frane le abbiamo avute negli uliveti e fortunatamente non nei vigneti ma il maltempo non ci ha dato la possibilità di entrare in vigna – afferma Gianluca Tumidei, titolare della tenuta Pennita, realtà che fonda le proprie radici a Terra del sole –. Prima avevamo perso qualche gemma con il gelo, poi in alcune zone abbiamo preso la grandine a cui vanno aggiunti i disagi legati all’alluvione. È presumibile pensare che il danno si aggiri attorno al 35%. L’uva rimasta, però, è sana, bella e promette». Quest’anno, dunque, in viticoltura potrebbe concretizzarsi il proverbiale “poco ma buono”. Nelle nostre zone, infatti, si prospettano raccolti più scarsi dal punto di vista della quantità ma non della qualità. «Qualitativamente ci aspettiamo una buona annata – continua Tumidei –. L’uva è a maturazione normale: ci eravamo abituati a raccogliere in anticipo, quest’anno invece la maturazione avverrà nei giorni in cui dovrebbe avvenire».

«Ci sono posti dove ci sarà rimasto il 20% in vigna ed altri dove la produzione è intatta», spiega Stefano Berti, presidente dell’associazione Terre di Predappio che raggruppa 11 produttori della zona. Anche in questo territorio bisogna fare i con i danni diretti e indiretti dell’alluvione: «Non è tanto il fatto che ci sono state frane e smottamenti – spiega – ma ciò che è stato maggiormente penalizzante, soprattutto nei terreni collinari, è che non si è riusciti ad accedere ai campi per fare i trattamenti parassitari in un periodo sensibile nella crescita della vite». L’impossibilità di raggiungere le viti sia perché le strade sono collassate sotto la pioggia continua sia perché i terreni erano fradici d’acqua o scavati da questa, ha aperto la strada alla proliferazione della peronospora, fungo che colpisce foglie, steli, fiori e frutti della vite. «Ha causato la maggior parte delle perdite – continua Berti – e non c’è differenza tra coltivazioni biologiche e non. Quando la peronospora entra nel tessuto della foglia – spiega – questa agisce da dentro seccando sia la foglia che i grappoli. Il trattamento con il rame agisce in superficie quindi se la peronospora arriva e trova il rame non riesce ad penetrare ma se il trattamento viene fatto dopo che il fungo ha già colpito la pianta il danno lo fa comunque». Oltre a questa malattia fungina, a mieter danni è stato anche il meteo. «In molti posti ci sono stati forti grandinate sparse – continua –. Quest’anno qui da noi in Romagna anche queste hanno contribuito a causare perdite produttive».

Nonostante tutto, anche in questa vallata, la sensazione è che la produzione sarà di elevata qualità. «La sensazione è che l’annata sia buona – conferma Berti –. Le piogge hanno permesso di costituire una riserva idrica per le vigne e durante l’ estate le viti non hanno sofferto come nel 2022 e nel 2021. L’uva che c’è è sicuramente di buona e ottima qualità anche se è poca. Dal punto di vista agronomico, le piante stanno bene e hanno pochissime foglie secche, i grappoli stanno maturando in modo molto progressivo: le sere non troppo calde permetteranno di preservare molti aromi».

«Ci aspettiamo comunque una produzione di qualità – racconta Federico Facciani, vicepresidente di Coldiretti Forlì-Cesena e titolare dell’azienda agricola La Castellana – ma per quanto riguarda i volumi molto dipende dall’evoluzione delle temperature e delle precipitazioni nelle prossime settimane fino alla raccolta e dall’impatto dei cambiamenti climatici». «Con queste precipitazione e la tropicalizzazione del clima – aggiunge Massimiliano Bernabini presidente di Coldiretti Forlì – i viticoltori dovranno stare sempre più attenti alla scelta del giusto momento per la raccolta e la lavorazione in cantina, fattori che risulteranno ben più importanti rispetto al passato».

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