Forlì. Si ammala di Covid e rientra tardi al lavoro: sospesa

Finirà in un’aula del tribunale la storia di un’aiuto cuoca, dipendente di una pizzeria forlivese, che è stata sospesa dal lavoro poiché non è rientrata dalle ferie nei termini previsti dal momento che era ricoverata in gravi condizioni per Covid. Ad annunciarlo è il sindacato Unione generale del lavoro (Ugl). «Non ci resta altro da fare che procedere per vie legali - afferma Filippo Lo Giudice, segretario territoriale Ugl Romagna - e chiamare in causa innanzi all’autorità giudiziaria il titolare della pizzeria». I fatti risalgono a quest’estate quando la cittadina, di origini straniere, ha fatto ritorno nel proprio Paese d’origine per trascorrere le vacanze. Qui ha tuttavia contratto il Coronavirus in forma seria tanto che è stata ricoverata in ospedale. «La donna – spiega Lo Giudice – attraverso la figlia ha comunicato al titolare il suo stato di salute e la sua impossibilità a tornare in Italia nei tempi previsti. Poi, ad avvenuta guarigione, s’è imbattuta negli scioperi del personale di volo, trovandosi costretta a ritardare di 4 giorni l’arrivo a Forlì». Una volta arrivata in Italia l’amara sorpresa: l’azienda ha inviato alla lavoratrice una raccomandata di contestazione disciplinare per assenza ingiustificata dal lavoro dalla quale è nato un confronto con il sindacato. «Siamo intervenuti immediatamente a tutela della lavoratrice - continua - e abbiamo chiesto e ottenuto un incontro, che si è svolto il 23 settembre scorso, con il titolare del locale. Nell’occasione, abbiamo prodotto tutta la documentazione medico-ospedaliera certificando anche l’annullamento del primo volo a causa dello sciopero spiegando, quindi, nel dettaglio le cause degli impedimenti oggettivi. Nonostante questo, l’azienda ha deciso di infliggere alla lavoratrice, madre di tre figli e titolare di un contratto che scadrà nel prossimo aprile, una sospensione cautelativa». Di fatto, dal 23 settembre scorso la donna è senza stipendio e la pizzeria si trincera dietro ad un muro di silenzio. «La signora è ancora sospesa dal lavoro e non si sa fino a quando lo resterà. Sono, infatti, decorsi i termini della sanzione disciplinare e a tutt’oggi non è stato comunicato nulla dalla ditta nonostante il contratto del settore pubblici esercizi preveda la notifica di una decisione aziendale dopo 10 giorni. Siamo fuori tempo massimo e si sta sostanziando una gravissima discriminazione verso la lavoratrice». Il 3 novembre scorso è stata inviata una lettera al titolare della pizzeria dove si chiedeva il reintegro della donna con il recupero della retribuzione non corrisposta ma ancora, non vi è stato alcun riscontro. Ora, dunque, toccherà al giudice esprimersi.

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