Forlì, sfratti rallentati anche dal Covid

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Il mercato delle locazioni è fermo e gli sfratti da eseguire si accumulano anche a causa del Covid che falcidia gli ufficiali giudiziari riducendo loro malgrado l’attività. Due facce della stessa medaglia, quella di Ape Confedilizia, che raggruppa i proprietari di immobili, alle prese con la difficoltà a tornare in possesso dei propri investimenti in caso di morosità, anche quando è un giudice a stabilire il loro diritto. «Anche se la pandemia è più gestibile – rimarca Stefano Senzani, presidente vicario di Confedilizia – ha ripercussioni impressionanti sulle normali attività. In questo caso abbiamo gli uffici giudiziari che ce la mettono tutta e sono molto bravi, ma devono fare i conti con il virus che ha colpito il personale e quindi si rallenta l’attività e si appesantisce una situazione dove già ci sono attese lunghe, sia per i vecchi casi sia per i nuovi. Se da un lato, infatti, l’attività degli sfratti giudiziari va avanti da parte dei giudici, dall’altra gli sfratti esecutivi si trovano ingolfati. Ci troviamo quindi nella condizione di giudici che convalidano le ordinanza di sfratto, ma poi non si possono eseguire. Bisogna infatti ricordare che per quanto riguarda gli sfratti ci sono due fasi: quella giudiziale davanti a un giudice che emette un provvedimento di sfratto e poi quella esecutiva, nella quale la palla passa agli ufficiali giudiziali. Per questo rivolgiamo un invito alle istituzioni pubbliche, prefetti, autorità provinciali di pubblica sicurezza perchè diano seguito al diritto dei locatori a ricevere l’assistenza della forza pubblica in sede di esecuzione degli sfratti. Gli uffici hanno una marea di casi da gestire».

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