Forlì, rubano scarpe sfruttando una bambina di dieci anni

Forlì

Una donna di origine marocchina di 37 anni, con cittadinanza italiana, residente a Este (PD), è stata arrestata in flagranza di reato per tentato furto aggravato continuato in concorso, con l’ulteriore aggravante di avere coinvolto ed usato, per facilitare i furti, anche la figlia di 10 anni. Denunciata, in stato di libertà per trascorsa flagranza di reato, anche sua sorella 25enne, pure lei marocchina con cittadinanza italiana e residente a Este, con i medesimi capi d’accusa. Il fatto è stato accertato lunedì sera presso il centro commerciale Punta di Ferro. A chiamare la Polizia è stato l’Ufficio sicurezza del Conad, che aveva appena sorpreso le due sorelle, con la piccola al seguito, in possesso di un paio di scarpe ADIDAS occultate nella borsa, private del dispositivo antitaccheggio. Quando sul posto è sopraggiunta la Volante, ha trovato solamente la 37enne con la figlia, mentre la sorella più giovane si era allontanata. I poliziotti hanno accertato che le scarpe erano state private dell’antitaccheggio utilizzando una pinza a sua volta prelevata dal reparto utensileria dello stesso esercizio commerciale. Poco dopo, la donna che si era allontanata è stata rintracciata e identificata. Gli agenti hanno verificato che nel parcheggio era presente il loro veicolo e l’hanno perquisito, trovando altre sei paia di scarpe della stessa marca. Inoltre, la 37enne aveva ai piedi delle calzature sportive marca FILA nuovissime; questo ha insospettito i poliziotti, che hanno ben pensato di sequestrargliele. In considerazione dell’imminente orario di chiusura, non è stato possibile nell’immediato ricostruire dettagliatamente quanto era avvenuto e le modalità di commissione del reato e il grado di partecipazione assunto dalle tre donne, per cui inizialmente è stata arrestata solamente la donna che, nella flagranza, era stata colta in possesso delle scarpe nella borsa. Il giorno seguente è inviata a direttissima, dopo che il Pubblico Ministero dott.ssa Federica Messina aveva chiesto al Tribunale la convalida dell’arresto. Il Giudice, dott. Marco de Leva, ha convalidato l’operato della Polizia, e tenuto conto dell’incensuratezza dell’imputata, l’ha rimessa in libertà rinviando il processo al 2 settembre. Nel frattempo, l’Ufficio Prevenzione Generale ha proseguito gli accertamenti per verificare la provenienza delle sei paia di scarpe trovate dentro l’auto e quelle che la donna calzava al momento dell’arresto. Visionando le immagini dell’impianto di videosorveglianza è così risultato chiaro che tutte e due le adulte avevano agito in concorso, con l’aiuto e la partecipazione della piccola di 10 anni, la quale talvolta agiva da “palo” altre volte favoriva in pieno la sottrazione usando la modalità studiata dalla madre e dalla zia, cioè quella di entrare ed uscire in diversi momenti dall’esercizio commerciale calzando ai piedi le scarpe da rubare. Le immagini hanno anche dimostrato che l’azione era in corso sin dal mattino, così da arrivare ad accumulare gli articoli sottratti senza dare troppo nell’occhio, anche con il favore del cambio turno delle cassiere. Il danno economico complessivamente accertato si aggira sugli ottocento euro. Altri accertamenti hanno inoltre fatto emergere un tentativo di furto sventato nella stessa giornata in un altro negozio del centro commerciale. In questo caso, il terzetto si era appropriato di un paio di scarpe del valore di circa cinquanta euro occultandole nella borsa, e stavano per riuscire nell’intento poiché l’articolo non era dotato di antitaccheggio. Anche qui avevano adottato la tecnica di apparire insospettabili presentandosi come due persone intente a fare shopping, mano nella mano con la bambina, pagando alla cassa un articolo di poco valore. Solo l’attenzione e il “fiuto” di una commessa hanno permesso di coglierle sul fatto, costringendole a pagare la merce. La Polizia ha anche svolto una perquisizione domiciliare nell’appartamento temporaneamente occupato dalle donne a Forlì, situato nella zona di piazzale Ravaldino ed abitato da un loro amico che le stava ospitando in questi giorni, ma qui non è stato trovato nulla di sospetto. Probabilmente le donne avevano in animo di raccogliere quanto più potevano durante la loro “trasferta” romagnola, visitando diversi negozi del centro commerciale, ma la loro attività illecita è stata bloccata dalla Polizia. Segnalazione dei fatti è stata inviata anche al Tribunale per i minorenni di Bologna, per lo stato di grave pregiudizio evidenziatosi al riguardo della bambina.

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