Forlì. Riaperto il Carmine ma per le messe "si procede con cautela"

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Il vescovo Livio non ha dubbi: «La riapertura del Carmine è un dono prezioso all’intera comunità». Dopo oltre 2 anni di chiusura forzata, disposta per motivi di sicurezza nel luglio 2020 a causa del grave infossamento del tetto, la grande chiesa di corso Mazzini intitolata alla Beata Vergine del Carmelo, si riprende la scena monumentale forlivese grazie ad un concerto classico in programma domani, alle 21. L’evento artistico chiuderà le celebrazioni del ventennale dell’associazione Amici dell’Hospice e dell’Hospice di Forlimpopoli. «Per quanto riguarda le celebrazioni liturgiche – continua monsignor Corazza – si procederà con cautela, visto che in centro ci sono altre chiese a disposizione». «In questo momento - esordisce il rettore del Carmine, don Antonino Nicotra - ci troviamo al cospetto di 700 anni di storia, bellezza, cultura e arte, che hanno visto succedersi i padri carmelitani a partire dal 1348, per poi approdare alla gestione diocesana nel 2015. Abbiamo salvaguardato tutto questo con un intervento d’emergenza, a cui, speriamo, segua in tempi brevi il completamento dei lavori». L’architetto Claudio Giannelli, responsabile dell'Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, ribadisce che il restauro appena concluso ha riguardato esclusivamente il tetto della navata centrale, reso pericolante da infiltrazioni d’acqua e dall’incedere degli anni, e segue la prima messa in sicurezza realizzata nel novembre 2020. Gli operai dell’impresa appaltatrice Casadio di Ravenna, coordinati dalla direzione lavori - composta dall’architetto Emanuele Ciani e dagli ingegneri Gianni Bandini e Marco Margotti - hanno smontato e rifatto tutte le capriate in legno dell’aula, in modo da garantire maggiore stabilità all’edificio. «Fra gli interventi eseguiti – precisa Giannelli – segnalo anche il miglioramento sismico della struttura di copertura, che ora è più sicura e stabile». Per quanto riguarda i costi sostenuti, l’economo diocesano Claudio Giannelli esplicita la somma di 595.400 euro, finanziati in gran parte con i fondi dell'8x1000 alla Chiesa Cattolica (euro 390.000), oltre ad un importante contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (170mila euro) e la quota residua messa a disposizione dalla stessa Unità Pastorale del Centro Storico (35mila euro). «Per reperire la somma a nostro carico – riprende il rettore don Nino – abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, enti pubblici, aziende e privati cittadini, precisando che quanto devoluto al restauro del Carmine è detraibile dalla dichiarazione dei redditi». La riapertura del grande tempio mariano di corso Mazzini è limitata all’aula centrale e al presbiterio. All’appello mancano, infatti, le navate laterali, precluse al pubblico fino a che non verranno realizzati i lavori di messa in sicurezza, che riguardano anche la guglia del campanile, tuttora fasciato dopo l’intervento d’urgenza operato nel maggio 2020.

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