Forlì, quartieri allo stremo delle forze: "Aiutateci, non ce la facciamo più"

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Coordinatori e volontari dei quartieri allo stremo delle forze. Un grido di allarme quello che arriva dalle zone “rosse” di Forlì. A lanciarlo sono coloro che dalla prima ora dell’emergenza si sono presi sulle spalle il peso di coordinare i soccorsi, gli aiuti, i volontari. Senza una gestione dall’alto, che sia Comune o Protezione civile, ma con la loro forza della disperazione. Un lavoro immane, specie per chi vive in quelle aree e può aver subito danni gravissimi come ogni altro residente. Adesso il peso, a distanza di dieci giorni diventa un macigno difficile da sostenere. Pasti per volontari e residenti, bisogni primari e distribuzione degli aiuti, informazioni, rimozione dei rifiuti, sono problemi che col passare dei giorni sono aumentati e non diminuiti. Il sindaco Gian Luca Zattini ha subito ammesso le difficoltà a soddisfare tutte le richieste di aiuto, ma la sensazione è che qualcosa non abbia funzionato nella catena di comando. «Dopo i primi giorni dall’alluvione l’assenza di guide da parte di chi è più esperto a gestire calamità di questo tipo inizia a lasciare il segno» ammettono i coordinatori Stefano Valmori (Romiti), Loretta Poggi (San Benedetto), Alessandro Gasperini (Pianta-Ospedaletto-Coriano) ed Eleonora Visani (Cava-Villanova). «Ieri (mercoledì, ndr) abbiamo avuto la prima riunione con l’Amministrazione – spiegano –. Decisamente tardi. Siamo arrivati a un punto che gestire i volontari da parte dei Comitati di quartiere non è più possibile. Possiamo arrivare al fine settimana ma poi basta. Non abbiamo le competenze per andare avanti. Ci deve essere qualcosa in più, fermo restando l’importanza dei volontari che finora si sono impegnati e hanno evitato la catastrofe e sempre ci saranno».

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