Forlì, Poggi: “Pensiamo a riaprire i negozi”

Mancano ancora tre mesi al Natale e già si dibatte sulla questione luminarie, da ultima è Confcommercio ad affrontare la questione con la proposta di eventi da organizzare direttamente nei quartieri maggiormente colpiti dall’alluvione. «Non c’è la necessità di portare avanti un dibattito “luminarie sì, luminarie no”, perché oramai sono diventate una tradizione per la nostra città – afferma il direttore di Confcommercio Forlì, Alberto Zattini -. Il tema è portare avanti l’animazione in centro storico, specie dopo il successo di “Cara Forlì”, che ha fatto registrare numeri da urlo. L’argomento luminarie e dintorni scatena da sempre polemiche, specie per i costi. Dopo la tragedia dell’alluvione, non si può pensare di fare finta di niente, per questo la nostra proposta è di organizzare manifestazioni specifiche nei quartieri che hanno subìto maggiori danni. Sappiamo che il periodo natalizio è particolarmente importante per tutti noi e lo sarà in particolare per chi ha perso la casa, l’azienda o uno dei propri cari».

Sono proprio le persone colpite dal dramma del maggio scorso a dire la loro. «Quello che emerge è che tutti sanno di cosa hanno bisogno gli alluvionati, senza mai averglielo chiesto – commenta la coordinatrice del quartiere San Benedetto-Foro Boario -. Il Natale va festeggiato, credo che sia giusto un po’ per tutti, soprattutto per i bambini, alluvionati e non, dare un minimo di spirito natalizio. Altrettanto vero, però, è che al momento stiamo ancora facendo richieste per smaltire il fango e non ci si adopera per mettere in sicurezza l’alveo dei fiumi ma si pensa alle decorazioni. Molta gente i mobili non li avrà ancora a Natale, la ritengo una mancanza enorme di rispetto».

Quello che stupisce all’interno del quartiere San Benedetto è che la proposta «di portare un concerto, una lettura e animazione a casa» arrivi proprio da Confcommercio, un’associazione di categoria. «Senza entrare nel merito specifico delle luminarie, o meglio delle motivazioni esplicitate dall’Amministrazione – prosegue la coordinatrice di uno dei quartieri messi in ginocchio dall’alluvione del maggio scorso -, siamo in un momento in cui le attività commerciali nelle nostre zone non hanno più riaperto dopo il 16 maggio. Penso a via Pelacano dove non c’è più né la frutta e verdura né il forno. Un concerto o una lettura animata? Belle iniziative, ma forse sarebbe più opportuno che le attività tornassero a lavorare e magari i residenti riuscissero ad andare a prendere il pane vicino casa. Non si può sempre spostare il problema da un’altra parte».

In questi giorni sono state diverse le proposte avanzate, ad esempio da Ugl e Europa Verde, in cui si chiedeva di destinare i fondi delle luci di Natale alle famiglie alluvionate ma che, come precisato dall’Amministrazione, si tratta di risorse vincolate. «Considerando tutto quello che è successo e come è stata gestita l’emergenza, sarebbe giusto ridimensionare un attimo il tutto e celebrare un Natale più sobrio – conclude Poggi -. In commissione noi stessi abbiamo proposto di non eliminare completamente le luminarie e di destinare parte di quelle risorse al fondo per gli alluvionati. Come quartiere lo scorso anno abbiamo premiato le luminarie più belle delle nostre vie, non siamo completamente fuori dal mondo. Ognuno festeggerà il Natale come meglio crede, ma sono convinta che una parte di quei soldi possa essere destinata a chi ha subìto danni grossi e magari se invece di organizzare eventi nei centri maggiormente colpiti dall’alluvione si portassero le buste con dentro le donazioni per i cittadini, suddivise in modo equo in base ai danni subiti, sarebbe decisamente un regalo più utile e apprezzato».

Commenti

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui